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SALVATE IL SOLDATO WOODCOCK – SCONTRO NEL CSM SUL “PROCESSO” AL PM DI NAPOLI CHE INDAGA SULLA CONSIP E SU TIZIANO RENZI – MOROSINI: “BISOGNA TUTELARLO”. E DENUNCIA: L’INCHIESTA DISCIPLINARE SUL MAGISTRATO RISCHIA DI CONDIZIONARE IL SUO LAVORO

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Fulvio Bufi per il Corriere della Sera

 

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L' apertura di una pratica a tutela dei pm che conducono il filone napoletano dell' inchiesta Consip, tra i quali il sostituto Henry John Woodcock, è stata chiesta dal consigliere togato del Csm Piergiorgio Morosini. In una lettera indirizzata al comitato di presidenza del Consiglio, l' esponente di Area scrive che «da ormai due mesi si registra una campagna di stampa aggressiva nei confronti di alcuni magistrati della procura di Napoli impegnati in numerosi procedimenti per gravi fatti di corruzione, tra cui il cosiddetto "caso Consip"».

MATTEO E TIZIANO RENZIMATTEO E TIZIANO RENZI

 

E a proposito della decisione presa l' altro giorno dai vertici del Csm di investire la Prima Commissione dell' avvio di un procedimento per verificare eventuali presunte irregolarità nella conduzione di tali indagini, aggiunge che «nel ricordare che il Consiglio Superiore, in particolare la Prima Commissione, non può sindacare atti dei magistrati con cui interpretano la legge, conducono indagini, scelgono la polizia con cui cooperare e si coordinano con altre autorità, occorre valutare l' impatto della campagna di stampa sui procedimenti penali in corso».

piergiorgio morosini csmpiergiorgio morosini csm

 

Riferendosi poi al rilievo mediatico ricevuto dall' iniziativa del comitato di presidenza, Morosini sottolinea come «le continue notizie sulle presunte irregolarità dei magistrati, la cui fondatezza è tutta da verificare, alcune delle quali risalenti a due anni or sono e già oggetto del vaglio delle autorità competenti (peraltro emerse in procedimenti in cui il dott. Woodcock non era neppure titolare), rischiano di condizionare le inchieste pendenti su gravi fatti di corruzione e su condotte di inquinamento delle indagini».

 

Per Morosini è evidente il carattere gravemente destabilizzante della attività di delegittimazione preventiva», e ne consegue quindi la «necessità di un intervento consiliare a tutela dei magistrati coinvolti e dell' indipendente esercizio della giurisdizione ».