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Dagoreport
Con Berlusconi e Monti non succedeva. Con il boy scout Matteuccio Renzi invece tutto è possibile: la Cassazione fa persino pagare l’Ici alla Chiesa. Ma siamo sicuri che a Palazzo Chigi bastino questi pochi spiccioli? Nei sacri palazzi si paventa che, per rimpinguare le esauste casse dello Stato italiano, Renzi abbia messo gli occhi su un boccone ben più succulento dell’Ici.
Anzi, qualche cardinale un po’ più sveglio degli altri sospetta che tanto agitarsi sulle unioni civili, da parte di Renzi, sia una specie di grande ammuina per distrarre l’attenzione della Chiesa da quello che sarebbe il vero obiettivo del presidente del Consiglio: i soldi del Vaticano.
Il povero Ivan Scalfarotto può perciò mettersi l’animo in pace: sulle unioni civili non si arriverà al voto in aula, in Senato, prima dell’autunno. E’ molto più urgente infatti il varo della legge di stabilità, e, lì dentro, i ragiunàtt del Mef e di palazzo Chigi pare stiano provando a infilare una micidiale supposta: la riforma – tenetevi forte! - dell’8 x 1000, grazie a cui Santa Romana Chiesa ha portato a casa, negli ultimi 30 anni, oltre un miliardo di euro ogni anno. E lo Stato? Meno di 200 milioni. E mobbasta, ragazzi! Quegli eurini ci servono!
Chi rischia di non vedersela tanto bene, se la supposta andrà in porto, sarà perciò l’irsuto capogruppo del Pd a Palazzo Madama, alias Luigi Zanda.
Nell’attuale vuoto spinto dei rapporti tra governo e Vaticano, cioè il grado zero Renzi-Bergoglio in cui matura il suddetto assalto al sacro portafogli, il povero Zanda, ex rutelliano, ex margheritino, ex manager del grande Giubileo del 2000, ha avuto la sciagurata idea di raccontare in giro che i rapporti Oltretevere, tranquilli tutti, per conto di Renzi li tiene lui.
In effetti, fino all’anno scorso il Luigi faceva parte del cda della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII, che è il regno bolognese e incontrastato di Alberto Melloni, ordinario di storia del cristianesimo all’università di Modena-Reggio Emilia e titolare della Cattedra Unesco su “il pluralismo religioso e la pace” all’Università di Bologna.
Sorbole! Va da sé che Luigi Zanda e Alberto Melloni sono amici fraterni e carissimi. E codesto Melloni, proprio nei giorni passati, s’è distinto sul Corsera per la tenace difesa della «missione didattica» della Cei, oltre che della scuola paritaria come «un bene comune, non un semplice negozio». Insomma: contro l’Ici pareva quasi, il professor Melloni, il nuovo e ispirato portavoce del segretario generale della conferenza episcopale italiana, monsignor Galantino.
Ma da qui ad attribuirsi, da parte del suo amico Zanda, un ruolo chiave negli attuali rapporti tra Stato e Chiesa… beh, beh… persino al Cupolone viene da sorridere.
Forse tanto vantarsi è solo un modo bellino per far sapere a tutti che il capogruppo Pd punta – eccome se punta! – a fare il commissario straordinario per il nuovo giubileo di Bergoglio. Può essere.
Ma diciamocelo: uno, a questa scemenza dei rapporti privilegiati di Zanda crede solo chi ha meno rapporti di lui col Vaticano; due, se davvero Renzi andrà all’attacco dell’8 x 1000, chi, se non l’autonominato ambasciatore del governo, rischierà di trovarsi un tantinello (eufemismo) in imbarazzo con i cardinali?
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