SCHIFANI MEJO DI SANTADECHÈ: “SE BERLUSCONI VIENE INTERDETTO, IL PDL LASCIA IL GOVERNO”

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1 - BERLUSCONI: SCHIFANI, SE INTERDETTO PDL LASCIA GOVERNO
(ANSA) - "Se Berlusconi fosse condannato alla interdizione dai pubblici uffici, sarebbe molto difficile che un Pdl acefalo del suo leader possa proseguire l'esperienza del governo Letta". Lo ha detto il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, intervistato da "Radio Anch'io".

2 - BERLUSCONI: SCHIFANI, CAVALIERE HA APPREZZATO SOLIDARIETÀ
(ANSA) - "Sulla vicenda giudiziaria di Berlusconi intendiamo avere un atteggiamento soft. Non c'è nessuna rivolta contro altri poteri dello Stato, ma abbiamo il diritto di informare i nostri elettori delle dinamiche politiche e processuali di fronte alle quali ci troviamo". Lo ha detto Renato Schifani a "Radio Anch'io".

"Il nostro popolo - ha aggiunto il capogruppo del Pdl al Senato - deve avere la certezza di quello che stanno facendo a Berlusconi". Riferendosi all'assemblea dei parlamentari di ieri sera, l'ex presidente di palazzo Madama ha sottolineato che "non c'erano falchi e colombe, ma solo sensibilità diverse nella difesa del nostro leader, cosa che Berlusconi ha molto apprezzato".

3 - SCHIFANI: UN'EVENTUALE CONDANNA PESEREBBE DI CERTO SULL'ESECUTIVO
Marco Conti per "Il Messaggero"

Presidente Schifani, tutti riuniti ma per fare cosa?

«Abbiamo dato tutti la massima solidarietà a Berlusconi per il momento che sta vivendo lui e l'intero partito. E' stata una riunione del gruppo articolata e profonda, con interventi di grandissimo respiro».

Ma adesso cosa fate, riprendete l'attività o no?

«Certo. Abbiamo chiesto la sospensione per la giornata di oggi (ieri, ndr), poi riprenderemo l'attività sull'esame del disegno di legge costituzionale per le riforme che istituisce la cosiddetta bicameralina. E si voterà. La pausa ci serviva per confrontarci e riflettere tra di noi. Quello che abbiamo chiesto abbiamo ottenuto, siamo responsabili e riprenderemo i lavori come ci eravamo impegnati a fare».

E fuori dalle aule parlamentari cosa succederà? Ci saranno iniziative di partito, sul territorio?

«Ci consulteremo con il presidente Berlusconi e valuteremo le iniziative. Un dato è certo: tutti noi, tutti i parlamentari, siamo convinti di dover portare sul territorio, attraverso incontri e riunioni, una informazione puntuale e dettagliata del momento che stiamo vivendo, del passaggio politico che è in atto. In particolare cercheremo con i nostri militanti, con il nostro popolo, di analizzare i rischi che incombono sul 30 luglio: il pericolo cioè di vedere spazzato via un pezzo di storia del nostro Paese mediante la cancellazione politica dell'identità appunto politica rappresentata da Silvio Berlusconi.

Inoltre una eventuale condanna del nostro presidente offrirebbe un'immagine completamente diversa, deturpata, di quello che lui è stato in questi venti anni: una persona coraggiosa, che crede nei valori e negli ideali. E non la persona che si vorrebbe definire attraverso le sentenze».

Ecco, presidente, ma se davvero si dovesse arrivare ad una condanna di Berlusconi, l'atteggiamento del Pdl come cambierebbe? Che succederebbe con il governo Letta?

«Guardi, allo stato responsabilmente distinguiamo i piani. Il governo del Paese riguarda gli interessi più generali degli italiani e dunque noi lo sosteniamo. Ci impegneremo per la difesa di Berlusconi e per la denuncia delle evidenti anomalie che ci sono state in questi processi che potrebbero prefigurare l'epilogo finale di un attacco giudiziario ventennale. Allo stato, ripeto, siamo leali e continuiamo a sostenere il governo».

Tuttavia, sempre in caso di condanna, i ministri del pdl dovrebbero dimettersi o no?

«Intanto quella della condanna è una eventualità che mi rifiuto di prendere in considerazione. Se arrivasse, non escludo conseguenze sull'intero quadro politico anche perché vedo il Pd assai travagliato al proprio interno. Alla camera c'è stata una evidente spaccatura tra chi voleva votare per la sospensione e chi no. Per questo ritengo che una eventuale condanna di Berlusconi non potrebbe non avere riflessi sul governo. Guardi: sia chiaro che non lo dico come minaccia bensì come inevitabile risultato di una vicenda giudiziaria assurda e inaccettabile. Questa almeno è la mia valutazione personale: con Berlusconi o Alfano non ne abbiamo mai discusso proprio perché rifiutiamo in radice l'ipotesi di condanna. Ripeto: un trauma del genere non potrebbe non avere ripercussioni sulla tenuta della coalizione».

Ma allora processi di Berlusconi e politica sono frammischiati...

«Noi teniamo separati i due ambiti. Ma dinanzi ad un epilogo finale che vedesse Berlusconi condannato e interdetto dai pubblici uffici il quadro cambierebbe».

 

 

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