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Massimo Martinelli per "Il Messaggero"
Sono un po' scettici, i magistrati di Bari. Non se lo riescono a immaginare Gianpaolo Tarantini, vessato e intimidito da Lavitola e Berlusconi. E poi costretto a negare che il premier sapesse che ragazze come Patrizia D'Addario, ma anche Lucia Rossini, Vanessa Di Meglio, Terry De Nicolo, fossero a pagamento.
E' per questo che ieri mattina il procuratore aggiunto Pasquale Drago non se l'è sentita di chiedere un nuovo arresto per Valter Lavitola. E per lo stesso motivo, stamane, a piazzale Clodio, si potrebbe consumare la trattativa per l'ennesimo passaggio di mano di un'inchiesta delicatissima che è già transitata per le procure di Napoli e di Roma.
Perché sarebbe questa, secondo indiscrezioni, l'intenzione del magistrato barese: affermare che Tarantini non fu indotto a mentire ai pm. E che, semmai, fu lui a studiare a tavolino una strategia per mettere il premier con le spalle al muro e spingerlo a ricostruirgli l'esistenza dorata che era andata distrutta dopo il suo primo arresto per droga, nel settembre 2009.
Insomma, quello che avvenne tra i tre protagonisti di questa vicenda assomiglierebbe più a un'estorsione ai danni del premier (messa in piedi da Lavitola e Tarantini), che a un'indebita pressione su Giampi. E questa ricostruzione, basata sulle carte che sono arrivate da Napoli e che descrivono il tenore dei rapporti tra i tre personaggi, potrebbe essere decisiva per il nuovo trasferimento del fascicolo nella Capitale, dove quell'estorsione si sarebbe consumata.
Pasquale Drago, per non apparire frettoloso, ha fatto sapere ieri di aver delegato «nuove indagini» ai carabinieri. Ma è chiaro a tutti che si tratta di un escamotage per prendere tempo. Perché le telefonate in cui Lavitola e Tarantini si accordano per estorcere denaro al premier in cambio di un atteggiamento processuale di favore, sono già agli atti.
Le hanno raccolte i magistrati napoletani, che le hanno pure commentate: «In tale prospettiva auspicata dal Lavitola ogni accensione dei riflettori sulla vicenda di Bari viene salutata come positiva da Lavitola che dice «più merda c'è e meglio è» in quanto ritiene che in tal modo il disegno promosso possa più facilmente realizzarsi».
In questo modo, Tarantini, «che dovrà essere nuovamente interrogato, ritornare sulle cene, sulle escort e sui pagamenti alle stesse etc, che tanto hanno già infangato l'immagine pubblica del Berlusconi, potrà aggiungere, modificare, integrare quanto inizialmente riferito, tenendo in tal modo sotto pressione il Berlusconi per un lungo periodo, in modo da ricavarne così ulteriori e consistenti ricavi economici».
A questo punto, se l'indagine dovesse davvero tornare a Roma, viene da domandarsi come faranno i pm capitolini a non archiviarla, visto che solo qualche settimana fa non si erano minimamente opposti al trasferimento degli atti a Bari, riconoscendo di fatto che per loro anche il reato di estorsione appare inconsistente.
LEPOREi pm napoli woodcock piscitelli curcio LAVITOLA E BERLUSCONI INSIEME A PANAMATARANTINI A ROMA DOPO LA SCARCERAZIONE Lucia Rossini e Barbara Montereale in un bagno di Palazzo GrazioliPATRIZIA DADDARIO TERRY DE NICOLO
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