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Luca Fornovo per "la Stampa"
Ancora niente di buono sul fronte occidentale. L'euforia per il salvataggio di Cipro si spegne già nella mattinata di ieri, dopo un rialzo di qualche ora le Borse sprofondano, con i titoli delle banche a picco. Tanti spettri agitano l'Europa: i rischi di un nuovo declassamento dell'Italia da parte di Moody's e i timori di altri prelievi forzosi sui conti correnti di banche europee, alimentati in un primo momento dallo stesso presidente dell'Eurogruppo. Poi la minaccia che la Slovenia (7 miliardi di asset tossici) possa essere il sesto Paese a chiedere aiuti per le banche.
Il panico tra gli operatori si diffonde come un virus alle 16, secondo alcuni rumors, Moody's potrebbe tagliare il rating sul debito dell'Italia. Voci che l'agenzia non commenta, ma Piazza Affari ci crede e chiude in rosso del 2,5% e lo spread risale a 327 punti. Le più colpite sono le banche Intesa Sanpaolo, Banco Popolare e Unicredit con perdite intorno al 6%. Male anche Mediaset (-4,7%) che oggi diffonde il primo bilancio annuale in perdita.
Il colpo di grazie alle Borse arriva dalle dichiarazioni (poco tempestive) di Jerone Dijsselbloem. Il presidente dell'Eurogruppo, poco dopo le 16, definisce la ristrutturazione delle banche di Cipro come un modello per risolvere i problemi delle banche di altri Paesi Ue. Il messaggio che arriva agli investitori è che il prelievo forzoso sopra i 100 mila euro, imposto agli istituti ciprioti, potrebbe estendersi ad altre banche europee. Gli operatori temendo una fuga di capitali dall'Europa verso lidi più sicuri (Svizzera, Usa e Asia) vendono le azioni delle banche. Bankia crolla a -43%, SocGen cede il 6%, Deutsche Bank più del 3%.
Dopo Milano, il listino peggiore è Madrid (-2,27), male Parigi (-1,12%), mentre Francoforte (-0,51%) e Londra (-0,22%) riescono a limitare le perdite. L'Eurogruppo cerca di tamponare i danni. E alle 19 un portavoce fa marcia indietro su quanto detto dal presidente Djisselbloem: «Cipro è un caso specifico, con sfide eccezionali...non esistono modelli fissi». Ma è tardi, le Borse hanno chiuso in rosso.
Eppure spazi per un rialzo in Borsa ci sarebbero stati visto che domenica notte l'Eurogruppo era riuscito a raggiungere il tanto atteso accordo con Cipro. L'intesa prevede aiuti di 10 miliardi di euro per l'isola in cambio di una profonda ristrutturazione delle banche cipriote che risparmia i titolari di depositi sotto i 100 mila euro, ma colpisce più quelli più facoltosi, tra cui molti russi. I depositi bancari oltre i 100 mila euro dei correntisti della Banca di Cipro, la prima dell'isola, subiranno un prelievo di «circa il 30%», ha detto il portavoce del governo, Christos Stylianides.
Nessuna cifra è invece stata fatta sul prelievo sui depositi della seconda banca, la Laiki, che subirà un fallimento pilotato e sarà scissa in una bad bank e in una banca sana. All'intesa di Cipro plaudono ll'Fmi e la Banca centrale europea. La Bce accetterà «la richiesta di fondi di liquidità di emergenza da parte della Banca centrale di Cipro». La cancelliera tedesca Angela Merkel si dice soddisfatta perché con l'accordo «le banche devono assumersi la propria responsabilità e Cipro può contare sulla solidarietà dei Paesi europei».
Per il premier Mario Monti, «l'intesa e positiva e non ci sarà quindi impatto su deficit e debito pubblico italiano». Il commissario Ue Michel Barnier parla di «intesa valida e misure eccezionali per Cipro, che dureranno solo alcuni giorni». Tensione invece sul fronte russo col premier, Dmitri Medvedev, che attacca: «A Cipro continua il saccheggio». Ma a vedere più nero di tutti è la Cina: per il ministro delle Finanze Lou Jiwei, «all'Europa non basteranno dieci anni per uscire dalla crisi».
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