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A.P.S. per “il Messaggero”
Con Christine Lagarde presidente, saranno due i componenti del comitato esecutivo Bce a provenire dalla politica: Luis de Guindos, ex ministro delle Finanze spagnolo, è già lì dal primo giugno dell'anno scorso. Così numero 1 e numero 2 arrivano da un'esperienza politica di governo di prima grandezza il che, in tempi di attacco massiccio all'indipendenza delle banche centrali, darebbe il segno dei tempi.
Almeno in apparenza. Tuttavia tra la Lagarde ministra delle Finanze e Lagarde presidente Bce ci sono 8 anni alla guida del Fondo monetario internazionale, il grande controllore delle politiche economiche, fiscali altrui così come il prestatore degli Stati a rischio fallimento. Mentre per de Guindos il passaggio è stato diretto, transitato ai vertici della Bce dopo quasi sei anni e mezzo passati come ministro delle finanze a Madrid.
Per questo il passaggio venne criticato nell'Europarlamento. Ciò vuol dire molto, ma non tutto: spesso si sottovaluta il peso dell'istituzione, sebbene chi la guida fa la differenza. Lo si è visto proprio con Mario Draghi, che ha spinto la Banca centrale europea nel terreno inesplorato della politica monetaria anti-convenzionale. Non va dimenticato che la Bce è l'unica vera istituzione federale della Ue e qui sta la sua forza.
SCADENZE
Dei 5 membri del comitato esecutivo Bce (presidente escluso) due se ne andranno. Uno a breve, il francese Benoit Coeuré (scade a gennaio 2020). L'altra, Sabine Lautenschläger, scadrà a gennaio 2022. C'è tempo per pensare a chi la sostituirà. Ex numero 2 della Bundesbank, si occupa infrastrutture e pagamenti e di gestione del rischio. Coeuré si occupa di relazioni internazionali ed europee.
La vera spalla di Draghi è stato per anni il belga Peter Praet nella delicata funzione di capoeconomista e con la responsabilità della politica monetaria. Con il portoghese Victor Costancio vicepresidente (poi sostituito dallo spagnolo de Guindos) e Coeurè, i quattro avevano forgiato una visione comune molto forte della conduzione della politica monetaria. Al posto di Praet è arrivato da poco Philip Lane, ex governatore della Banca d'Irlanda. Pare all'altezza del suo predecessore.
L'arrivo di Lagarde esclude un francese nel board e qui si apre lo spiraglio per un italiano (o italiana), che il premier Conte dà per scontato. Si fa il nome del dg Bankitalia Fabio Panetta benchè appena arrivato alla seconda posizione in Via Nazionale. Nello schema Bce del comitato esecutivo non ci sono solo il presidente e i 5 membri, c'è un settimo personaggio, Michael Diemer, responsabile generale dei servizi, tedesco.
Non interferisce nelle policy, tuttavia viene considerato influente. La Bce è anche vigilanza bancaria e qui la massima responsabilità è di un italiano: Andrea Enria, ex presidente dell'Autorità bancaria europea e un lungo passato in Bankitalia. Posizione la sua e di assoluta prima fila. Quanto a Draghi, si moltiplicano le voci che lo vogliono al posto di Lagarde al vertice Fmi, per lui un posto perfetto. Se dovesse giocarsela con l'ex Cancelliere dello Scacchiere britannico George Osborne, che ambisce a quel posto, non ci sarebbe partita per il discendente di una ricca famiglia dell'antica aristocrazia anglo-irlandese.
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