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“SI È CHIUSO L’OMBRELLO DELLA NATO, DOBBIAMO DIFENDERCI DA SOLI” – ROMANO PRODI TORNA A RIFILARE UN PAIO DI CEFFONI A ELLY SCHLEIN DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO SUL PIANO "REARM": “NON C’È STATA LA NECESSARIA PREPARAZIONE DELLA DISCUSSIONE”. E APPOGGIA LA MANIFESTAZIONE DI ROMA PER “RITROVARE QUELL’UNIONE CHE NON C’È STATA IN EUROPA” – IL “PROFESSORE” AZZANNA ANCHE URSULA: “VI RENDETE CONTO DELLA GRAVITÀ DEL FATTO CHE LA TRATTATIVA SULLA GUERRA SIA IN ARABIA SAUDITA? E I MEDIATORI SIANO TURCHI, SAUDITI, BRASILIANI? L’EUROPA NON HA FATTO NULLA…” – IL DAGOREPORT
Estratto dell’articolo di Paola Zanca per “il Fatto Quotidiano”
In piazza non andrà, ma solo per via di impegni che non ha potuto rinviare. Con l’animo però, Romano Prodi, oggi sarà a Roma, alla manifestazione per l’Europa convocata da Michele Serra che ha unito, ma pure diviso partiti e associazioni. E pazienza se proprio rispetto al suo “animo”, Prodi ammette di aver dovuto fare “un passo indietro”, per accettare la logica secondo cui “oggi organizzare la difesa europea è una garanzia di pace”.
“Non sono mai stato un guerrafondaio – dice – ma questa è la condizione in cui ci tocca vivere. Si è chiuso l’ombrello della Nato, dobbiamo difenderci da soli. Ma voglio che questo sia solo un primo passo: se aumentiamo le spese militari senza organizzare una politica estera e una difesa comune, sono soldi buttati via”. Lo ha spiegato così, al presidente di Pax Christi, l’arcivescovo Giovanni Ricchiuti [...]
UNIONE EUROPEA – ARMI E DIFESA
Quella alle Vecchie Segherie di Bisceglie, è la tappa pugliese del tour di presentazione del libro che “il professore” ha scritto insieme al giornalista Massimo Giannini (Il dovere della speranza) e arriva all’indomani del voto del Parlamento europeo sul sostegno all’Ucraina e sul piano ReArm Europe che ha visto dividersi non solo FdI, Lega e Forza Italia, ma anche la delegazione dem.
Non è il Pd, però, il tema su cui Prodi ha voglia di concentrarsi. È fiducioso che la piazza di oggi possa servire a far nascere “l’emozione di cui abbiamo bisogno per uscire dal buco in cui siamo” e dove possa “ritrovarsi quella unione che non c’è stata in Europa”. E che, secondo l’ex leader dell’Ulivo, è frutto del fatto che “non c’è stata la necessaria preparazione della discussione”.
ursula von der leyen giorgia meloni - foto lapresse
Non va oltre questa velata critica a Schlein. Ma meno velato è l’affondo contro Ursula von der Leyen, al suo secondo mandato da presidente della Commissione europea, ruolo che Prodi ha ricoperto all’inizio degli anni Duemila: “Questo armamento è indispensabile, ma doveva essere condito da proposte di pace. È qui la vera colpa dell’Europa. Vi rendete conto della gravità del fatto che la trattativa sia in Arabia Saudita? E i mediatori siano turchi, sauditi, brasiliani? Questo è quello che rimprovero a Von der Leyen. L’Europa non ha fatto nulla. Sono convinto che ci avrebbero ascoltato, ma non ci abbiamo neanche provato”.
Le ragioni sono tante, non tutte legate a von der Leyen. Prodi dentro ci mette gli “egoismi nazionali” che hanno impedito il completamento del progetto politico europeo, “gli ex imperi che sono peggio degli imperi” (leggi la Francia di Macron che, per facilitare la difesa comune, potrebbe mettere a disposizione dell’Europa la protezione nucleare e il seggio al Consiglio di Sicurezza Onu), le regole del Consiglio europeo (“con l’unanimità non si regge neanche un condominio”). [...]
ROMANO PRODI E MASSIMO GIANNINI - IL DOVERE DELLA SPERANZA
Ma è ancora legata all’Italia la sua paura “più vera e profonda”: “Stiamo attraversando un periodo storico senza precedenti – dice Prodi – e la premier è riuscita a non fare nemmeno un passaggio in Parlamento. Una premessa drammatica. Sembra ci sia una sorta di assuefazione al fatto che il nostro Parlamento non esista più.
Trasformiamo l’Italia in un paese presidenziale senza che lo sia, ovvero senza le regole del presidenzialismo? Stiamo preparando una situazione simile a quella americana di oggi? E mi domando ancora: è uno squilibrio temporaneo o è voluto? Questo è quello che il Pd non dovrebbe accettare”.
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