DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Cesare Zapperi per il “Corriere della Sera”
Segretario, in 24 ore è passato da «liberatore» degli italiani a «sequestratore» degli immigrati. Una bella nemesi.
«In me prevale la soddisfazione per le riaperture - spiega il leader della Lega, Matteo Salvini -. Ma il rinvio a giudizio, detto che non mi toglie il sonno, è frustrante e molto pericoloso perché crea un precedente...».
In che senso?
migranti si tuffano dalla open arms
«Si usa il tribunale per fare politica. Il disegno Palamara ("Salvini è innocente ma va fermato") sta prendendo forma».
Il suo rinvio a giudizio è una «scelta politica»?
«Beh, intanto il giudice di Palermo ha deciso di non decidere delegando il verdetto finale ad altri».
Ha lasciato che decida una giuria dopo un dibattimento.
«Ma qui non ci sono reati. C'è un atto politico preso da un intero governo. Contrastare gli scafisti, difendere i confini non sono reati. Ho difeso gli interessi del mio Paese o il mio interesse personale?».
Chiama in correità un intero governo (il Conte I)?
«Per me, lo ripeto, non c'è alcun reato. Ma se lo si ravvisa, va addebitato a tutti quelli che hanno contribuito ad adottare una certa strategia».
Conte e Toninelli verranno a Palermo come testimoni.
«Sì, ma ci vuol poco a cambiare ruolo...».
Non è che mandandola a processo le hanno fatto un «favore»? Il 15 settembre saremo in piena campagna per le Amministrative. Tutti i riflettori saranno per il «martire» Salvini.
«Non faccio il piangina né intendo strumentalizzare la situazione. Mi dispiace che da settembre in poi dovrò sacrificare tanti altri sabati che avrei dedicato ai miei figli».
Forza Italia sostiene che le stanno applicando il «metodo Berlusconi».
«Silvio ha dovuto affrontare 80 processi, io per ora solo 5-6... Ma è evidente che la sinistra vuole vincere in tribunale le elezioni che perde nelle urne. In nessun Paese al mondo si mandano a processo gli avversari politici».
Si è sentito tradito da Conte e Toninelli?
«Constato solo che hanno cambiato idea per convenienza politica, rinnegando sé stessi e le loro scelte».
Le Sardine, che lei spesso sbeffeggia, dicono che Salvini «va sconfitto nelle piazze, non nei tribunali».
«Hanno ragione, io non mi sognerei mai di portare alla sbarra chi la pensa diversamente da me. Ma in Italia si fanno tante inchieste che poi finiscono nel nulla. Come quelle che hanno riguardato grandi società come Eni e Finmeccanica. Difendere gli interessi dell'Italia significa anche difendere le aziende italiane».
Ma i magistrati quando perseguono i reati non devono difendere gli interessi di nessuno.
«Per carità. Ma ricordo che gli italiani hanno votato per la responsabilità civile dei giudici. Che fine ha fatto?».
Il segretario del Pd Letta indossando la felpa della Open Arms le ha fatto un bello scherzetto.
«Ha mancato di rispetto non a me ma al presidente della Repubblica che aveva chiesto ai partiti umiltà e senso di responsabilità per aiutare gli italiani ad uscire dalla pandemia. Ma a sinistra hanno il riflesso del toro: quando vedono Salvini è come se sventolasse un panno rosso».
Dicono che non sia molto soddisfatto del suo successore, la ministra Lamorgese.
«I numeri parlano chiaro. Quest' anno gli sbarchi sono triplicati. E mentre nei tre episodi che mi sono stati contestati non è mai morto nessuno, con lei ci sono stati morti, incendi, naufragi».
È nel mirino?
«Guardi, in questo momento la priorità assoluta è la campagna di vaccinazione e la ripresa dell'economia. Ma quest' estate, quando spero tutto sarà superato, non saranno più tollerati gli sbarchi di clandestini sulle nostre coste. L'ho già detto a Draghi».
Che cosa esattamente?
«Gli ho chiesto di organizzare un incontro a tre per un chiarimento. Lo dico chiaro: bisogna cambiare registro».
Ha ottenuto le riaperture, ma già chiede altro.
«Chiedo di estendere le riaperture dei locali anche al chiuso e l'eliminazione del coprifuoco alle 22».
Per quando?
«Entro la metà di maggio. Bisogna ritornare alla normalità, con buona pace di alcuni sciagurati del Pd, come l'ex ministro Boccia (che querelerò visto che dice che io nego il Covid)».
Perché continua ad attaccare il ministro Speranza nonostante la difesa di Draghi?
«È una contestazione politica. Da chi riveste il suo incarico mi aspetto scelte scientifiche, tecniche, oggettive. Non valutazioni politiche».
Perché non condivide la mozione di sfiducia presentata da Giorgia Meloni?
«Io sto dentro il governo e cerco di incidere, altri preferiscono stare fuori a protestare e manifestare».
Quindi non la voterà?
«Le mozioni di sfiducia rafforzano chi le subisce. Invito le altre forze di centrodestra a chiedere, d'intesa con Renzi, la commissione d'inchiesta sulla pandemia che ci aiuterà a far luce sulle responsabilità, comprese quelle di Speranza. Su questa i numeri ci sono».
2. Due casi, due decisioni quell'ordine del pm che portò allo sbarco
Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
migranti a bordo della open arms 1
Qui dentro si respirava un'aria più politica che giudiziaria», dice l'imputato Matteo Salvini all'uscita dall'aula bunker che ospitò il maxiprocesso alla mafia, fresco di rinvio a giudizio, in mascherina nera (o blu molto scuro) ornata di tricolore e simbolo della Lega. Ma a parlare di politica, durante l'udienza per il presunto sequestro di 147 migranti trattenuti a bordo della nave Open Arms, sono stati soprattutto lui e il suo difensore, la senatrice leghista avvocata Giulia Bongiorno.
Che ha concluso l'arringa chiedendo il proscioglimento dell'ex ministro dell'Interno perché il fatto non sussiste o per insindacabilità di un atto politico. Prima di lei, nella lunga e puntigliosa memoria difensiva sottoscritta dallo stesso Salvini, l'ex ministro aveva ribadito: «L'oggetto della contestazione investe il complesso della politica adottata dal governo Conte 1 e Conte 2 in materia di gestione dei flussi migratori, un nuovo approccio agli sbarchi conforme ad un preciso indirizzo di governo».
Considerazioni diametralmente opposte a quelle sottolineate dal procuratore di Palermo Franco Lo Voi mentre chiedeva il processo: «Con l'autorizzazione a procedere il Senato ha affermato che non c'era un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di governo; l'ha escluso il Parlamento, non possiamo occuparcene noi, tantomeno in sede di udienza preliminare». Discussione giudiziaria, dunque, non politica. Almeno da parte dell'accusa. Anche perché, aveva ripetuto Lo Voi insieme al procuratore aggiunto Marzia Sabella e al sostituto Geri Ferrara, la mancata concessione del permesso di ai migranti «non fu un atto politico, ma esclusivamente amministrativo».
Risulta dall'istruttoria compiuta dal Tribunale dei ministri di Palermo, ma anche dall'istruttoria compiuta durante l'udienza preliminare di Catania per il «caso Gregoretti», dove la Procura ha chiesto il proscioglimento di Salvini per quella vicenda ma si è parlato pure di «Open Arms». Si tratta di «due episodi identici di fronte ai quali due Procure della stessa regione dicono due cose diverse; in una città si dice che ho fatto bene e in un'altra che ho fatto male», protesta l'ex ministro. Traendone la conclusione che «serve una riforma della giustizia». In realtà i due episodi sono tutt' altro che identici.
Il cadavere di una donna sulla nave Gregoretti
A Catania la Procura sostiene la «infondatezza della notizia di reato» perché considera i pochi giorni di trattenimento a bordo della Gregoretti quasi fisiologici a far scendere i migranti e distribuirli in Europa; qui lo sbarco è seguito al sequestro della nave ordinato da un magistrato, dopo la decisione del Tribunale amministrativo del Lazio di sospendere il divieto d'ingresso firmato dai ministri Salvini, Toninelli (Trasporti) e Trenta (Difesa). Ed è una differenza non da poco, almeno nella prospettazione dell'accusa. Dopo la pronuncia del Tar i colleghi dei Trasporti e della Difesa si rifiutarono di sottoscrivere un nuovo diniego, come ha testimoniato proprio a Catania l'ex ministra Trenta.
Di qui la conclusione della Procura palermitana: il divieto di sbarco non fu una decisione condivisa, ma del solo ministro Salvini. «La condivisione era sul principio della redistribuzione dei migranti in Europa, e il famoso contratto di governo non parlava di blocco indiscriminato e generalizzato delle navi», hanno ricordato i pubblici ministeri. Del resto, su Open Arms si consumò uno scontro tra Salvini e l'ex premier Conte attraverso uno scambio di lettere divulgate proprio da quest' ultimo, mentre il leader leghista stava abbandonando il governo. Ed è un'altra differenza con il caso Gregoretti, verificatosi prima della rottura.
Proprio sulla lettera di Conte s' è soffermata ieri l'avvocata Bongiorno, per sostenere che l'ex premier aveva già in mente di ribaltare la sua maggioranza: «Scrive a Salvini perché il Pd intenda e capisca. Conte stava cambiando orientamento, e infatti Salvini rispose a Conte "se vuoi farlo, fai tu". Se Conte avesse voluto salvare i migranti, avrebbe alzato il telefono: invece scrisse una lettera aperta a tutti i giornali. Era un segnale al Pd. Una dichiarazione d'amore al Pd con cui Conte si rimangiò tutta la sua politica». Ancora considerazioni politiche da parte della difesa, dunque.
migranti si tuffano dalla open arms 1
Rimaste però estranee alla decisione del giudice Lorenzo Jannelli, che ha condiviso la tesi dei pm anche sulla funzione dell'udienza preliminare: stabilire non la colpevolezza o l'innocenza dell'imputato, bensì l'utilità o inutilità del processo di fronte agli elementi raccolti dall'accusa. E il processo a Salvini, a suo giudizio, non sarà inutile.
SALVINISALVINIsalvini meloniDRAGHI SALVINI 1ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTASALVINI
MIGRANTI SULLA OPEN ARMSOSCAR CAMPS FONDATORE DI OPEN ARMSOSCAR CAMPS FONDATORE DI OPEN ARMS
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