DUDU’, STA ZITTO ALMENO TU! SILVIO ORDINA “STOP POLEMICHE SULLE AGENZIE DI STAMPA” E TUTTI POLEMIZZANO SULLE AGENZIE DI STAMPA

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Fabrizio Roncone per "Il Corriere della Sera"

Un tempo, nel Pdl, nessuno avrebbe osato disobbedire agli ordini del capo. Erano sacri gli ordini del capo, un tempo (Antefatto).

Domenica pomeriggio, poco dopo le 18, Silvio Berlusconi detta un severo comunicato: «Sulle agenzie di stampa leggo troppe dichiarazioni di troppi esponenti del Pdl. Invito tutti a non proseguire in questa direzione del tutto improduttiva. Le diverse opinioni si debbono confrontare non sulle agenzie di stampa e sui giornali, ma attraverso una serena dialettica all'interno dei luoghi delegati del nostro movimento». Esplicito, definitivo.

Angelino Alfano (leader dell'ala moderata): «Sono pienamente d'accordo». Raffaele Fitto (leader dei cosiddetti «lealisti»): «Anche io condivido pienamente». Davvero?

Fitto, in realtà, in quel momento, è al computer e sta scrivendo una lettera al Giornale . Cinque colonne di piombo in cui spiega la linea politica alle sue truppe. Titolo eloquente: «Ripartiamo dal vero leader: Berlusconi».

Accanto alla lettera di Fitto, sul Giornale , comparirà anche un commento di Renato Brunetta. Titolo: «Così si riforma la giustizia in quattro mosse».
Scusate: ma gli ordini di Berlusconi non erano un po' diversi?
(Ieri mattina, ore 9 ).

La sensazione è che sarà un normale lunedì di polemiche e perfidie, di volgari trappolotti e banali giochini tattici. Così, letta la prima pagina del Giornale , Gaetano Quagliariello - colomba alfaniana, nonché ancora ministro - va ai microfoni di Radio 24 e, intervistato da Giovanni Minoli, la mette giù durissima. Un colpo al cerchio: «Alfano dev'essere leader con Berlusconi: altrimenti è meglio dividerci che litigare». E uno alla botte: «L'amnistia, se ci sarà, dovrà essere applicata anche a Berlusconi».

È augurabile che a quest'ora del mattino qualcuno - Bonaiuti, Bondi, la Pascale - abbia avuto l'accortezza di nascondere al Cavaliere sia la prima selezione delle agenzie (che intanto rilanciano Quagliariello con le trombe) sia la rassegna stampa (sull'Unità c'è una ruvida intervista della Prestigiacomo, che dice: «La linea centrista di Alfano è un pericolo mortale»).

Spiegare al capo che qualcuno forse s'era distratto, sono giornate convulse, faticose, e magari Fitto la lettera al Giornale l'aveva già spedita, e poi si sa, la Prestigiacomo è una che spegne il cellulare, davvero può darsi non sapesse nulla degli ordini di tacere.

Si, va bene: e allora la Polverini? No, sul serio: la Polverini a Uno Mattina ? Lei, addirittura, sta polemizzando con il Quirinale (esatto: la Polverini, presidente della Regione Lazio ai tempi leggendari di Francone Batman Fiorito, polemizza con il Quirinale). Sentite: «Il richiamo all'amnistia di Napolitano, per quanto giusto, è arrivato in un momento poco appropriato».

Chissà, a questo punto, Berlusconi. Lui per primo sa che il partito è scosso, travolto, minato: però che un suo ordine - il cui succo era: prudenza, misura, siate meno sguaiati - fosse così letteralmente ignorato, davvero, non era mai accaduto.

Continuano imperterriti.
Fabrizio Cicchitto (Ansa , ore 10,46): «Sallusti mi attribuisce una frase che non ho mai pronunciato!». La Carfagna (via Italpress ): «Chi debba affiancare Berlusconi lo scelga il nostro partito, non un Politburo che minaccia scissioni». Francesco Nitto Palma (che intanto se ne era andato ad Agorà , su Rai3): «Niente primarie finché c'è Berlusconi».

Atmosfera rovente, minacce incrociate, mentre s'è fatto mezzogiorno e pure Saverio Romano ha cominciato a leggere i giornali. «La lettera di Fitto è un punto di partenza». Alla Casellati, però, della lettera di Fitto non importa un bel niente. Lei, da Palazzo Madama, tiene alta l'attenzione sul fronte giudiziario: «In Giunta, al Senato, continua ad esserci un accanimento riprovevole nei confronti di Berlusconi».

Dalle 13.27 in poi, per l'intero pomeriggio, seguono le dichiarazioni delle amazzoni Bernini, Gelmini, Santelli, Bergamini e Giammanco (tutte entusiaste della lettera di Fitto). Dorina Bianchi e Filippo Piccone provano a difendere Quagliariello e Cicchitto. Alessandro Pagano prova invece a ricordare: «Scusate, ma Berlusconi non aveva chiesto di evitare un dibattito pubblico?».

Qualcuno vada a dire al capo che la De Girolamo sta facendo ironia addirittura su Twitter.

 

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