DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Edoardo Izzo per La Stampa
Nuovo colpo di scena nell' inchiesta Consip. Il maggiore dei carabinieri, Gianpaolo Scafarto, ex Noe, torna in servizio. Il tribunale del Riesame di Roma ha annullato la misura interdittiva della sospensione per un anno data a Scafarto accusato dalla procura di Roma di rivelazione del segreto istruttorio, depistaggio, e ben cinque episodi di falso. «Non si può ricavare alcun elemento di convinzione sulla dolosa falsità dell' informativa dalla dichiarazione di Scafarto "questo passaggio è vitale per arrestare Tiziano".
Al contrario l' ufficiale se avesse voluto falsificare non avrebbe sottolineato la cosa ai propri uomini», sottolinea l' ordinanza del Riesame. «L' indiziato non ha avuto nessun atteggiamento persecutorio nei confronti di Tiziano Renzi e l' attribuzione della frase incriminata a Bocchino sarebbe emersa in dibattimento», da tutti questi elementi emerge la buona fede di Scafarto anche perché lo stesso ufficiale si preoccupò di correggere altri errori materiali dell' informativa che potevano avvalorare le tesi accusatorie.
All' ufficiale, i magistrati romani, contestano di aver creato ad «arte» un capitolo su un presunto e mai provato coinvolgimento dei servizi segreti e di aver attribuito all' imprenditore napoletano Alfredo Romeo una frase su un incontro con Tiziano Renzi, papà dell' ex segretario del Pd Matteo pronunciata invece dall' ex An Italo Bocchino.
Per Scafarto quell' intercettazione era la «pistola fumante», la prova che l' incontro tra Renzi senior e Romeo era realmente avvenuto. Ma quel riscontro, cercato disperatamente dal maggiore che era disposto anche a «barare» pur di ottenerlo, sarebbe stato trovato oggi dai pm di Roma. Un incontro tra Tiziano Renzi e Romeo sarebbe, infatti, avvenuto nel 2014 a Firenze e a provarlo ci sono le celle telefoniche che «fotografano» i due nello medesimo luogo nello stesso momento.
Renzi senior ha detto di non aver mai incontrato Romeo, ma se ha mentito, ciò non basterebbe a provare il traffico di influenze illecite.
Babbo Renzi incolpa l' imprenditore di Scandicci, Carlo Russo (indagato per lo stesso reato) che avrebbe «abusato del suo cognome» quando al telefono con Romeo parlava di appalti e mazzette. Proprio per questo il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, l' aggiunto Paolo Ielo, e il pm Mario Palazzi volevano interrogare sia Romeo sia Russo.
Il primo, convocato a febbraio, era disposto a parlare del maxi appalto Fm4 bandito dalla Centrale acquisti della pubblica amministrazione, ma non di Renzi senior. Russo invece, convocato ad ottobre scorso in gran segreto, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm. Entrambi lo hanno fatto per coprire qualcuno? Il protetto è Tiziano Renzi? Le indagini sul caso Consip sono lontane dalla conclusione.
Attualmente sono oltre 20 le persone che rischiano il processo nell' inchiesta sulla Centrale acquisti della pubblica amministrazione: tra gli altri il ministro dello Sport Luca Lotti, il cui interrogatorio previsto per ieri è stato rinviato.
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