scafarto sala maroni

SPUNTA IL NOME DI SCAFARTO NELL’INCHIESTA SU MARONI & FRIENDS E SCATTA IL PANICO – L’INFORMATIVA DEL NOE SULLE TELEFONATE FRA MALANGONE E SALA FIRMATA DA UN MARESCIALLO ORA AI SERVIZI – NON SARA’ MICA QUELLO A CUI IL CAPITANO DEI CARABINIERI DEL CASO CONSIP PASSO’ QUALCHE VELINA?

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Luigi Ferrarella per il Corriere della Sera

 

CHRISTIAN MALANGONECHRISTIAN MALANGONE

Scafarto, basta la parola: è la suggestione che in tribunale a Milano ieri introduce Domenico Aiello, legale di Roberto Maroni, il governatore lombardo imputato di induzione indebita per aver premuto nel 2014 sul manager Expo Christian Malangone affinché Expo in una missione in Giappone (poi «saltata») si accollasse una consulente alla quale Maroni era legato.

 

L' anno scorso il tribunale ritenne la competenza radicata a Milano sulla base non di un sms delle ore 19 del 28 maggio 2014 (come nella tesi del pm Eugenio Fusco), ma degli sms di fine mattina tra il capo segreteria di Maroni, Giacomo Ciriello, e Malangone: non risultando dagli atti se Malangone e Giuseppe Sala fossero in aereo verso Roma o ancora a Milano o già a Roma al momento della ricezione degli sms, i giudici avevano fatto perno su Milano come ultimo segmento localizzabile (Ciriello che inviava gli sms).

salasala

 

Invece Aiello, specie dopo l' interrogatorio di Sala, ritiene competente Roma perché (in base all' orario di decollo) stima appunto che Malangone fosse già a Roma al momento degli sms. A sostegno di questa tesi - per il pm comunque tardiva a fini di competenza - ieri Aiello invita il tribunale a ripensarci alla luce delle «diversità» che addita negli orari degli sms quali risultano «dai brogliacci, da due informative dei carabinieri del Noe, e dalla trascrizione del perito» (che a suo avviso non farebbe testo sugli orari perché li avrebbe solo recepiti dai rapporti).

SCAFARTOSCAFARTO

 

Due delle tre versioni recano per Aiello difformità di minuti, mentre la terza, una informativa del Noe che Aiello mostra firmata dal capitano Scafarto (indagato a Roma per i falsi nell' indagine Consip), differisce invece di un' ora. In realtà la suggestione-Scafarto si ridimensiona subito per chi (negli atti e nei ricordi) verifica che l' ufficiale non lavorò mai all' indagine su Maroni: un conto è infatti il timbro del blocco-firma in calce ai rapporti di reparto (col nome Scafarto), altro conto è la reale firma dei sottoposti che sotto quello stampone siglavano i rapporti in quanto erano coloro che davvero lavoravano all' indagine (in questo caso un maresciallo passato ora ai servizi).

capitano ultimo capitano ultimo

 

Resta la difformità oraria, in altre vicende talvolta conseguente all' impostazione delle macchine delle società private di intercettazioni, taratura che può essere ri-verificata. Legittimo quindi che l' avvocato ponga il tema al tribunale (udienza il 19 settembre), forse prematuro invece che parli di «tribunale truffato» da «atti falsificati».