DOPO IL CAV, RENZI RIMETTE IN GIOCO ANCHE ALFANO – CON LA STAFFETTA, ANGELINO FA BINGO: ALLONTANA LO SPETTRO DELLE ELEZIONI, MANTIENE IL POTERE DI CONDIZIONARE IL GOVERNO E CONSERVA PURE IL VIMINALE!

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Ugo Magri per ‘La Stampa'

Appena sette giorni fa gli alfaniani erano considerati (politicamente parlando) dei morti che camminano, perché si dava per scontato che Berlusconi e Renzi ne avrebbero fatto polpette. E le loro facce, bastava guardarli, tradivano grande sgomento. Una settimana dopo, l'aria che si respira nel Ncd è molto cambiata. La speranza di scapolarla ha preso il posto del cupo pessimismo. E non perché l'approvazione dell'«Italicum», con le soglie che spazzerebbero via i partitini, è slittata di qualche giorno; ma in quanto non andremo a votare né tra due mesi e, forse, nemmeno tra due anni.

Se Renzi vestirà i panni del premier, ci sono buone possibilità che la legislatura tiri avanti fino alla sua naturale scadenza nel 2018. Per il Nuovo centrodestra sarebbe come pescare un biglietto vincente alla lotteria. Non deve perciò stupire che, messo davanti alla scelta tra un governo Letta senza prospettive, e un altro di ambizioni durevoli guidato dal segretario Pd, Alfano preferisca di gran lunga la seconda delle soluzioni.

Al premier in carica, Angelino gliel'ha pure spiegato educatamente quando si sono sentiti ieri al telefono. Nulla di personale nei confronti di Letta, anzi grande amicizia, e piena disponibilità a sostenere un «bis» del governo in carica; ma alla condizione che si tratti di un «esecutivo forte», e che il Pd gli garantisca un appassionato sostegno. Per cui «il problema, caro Enrico, non sono io ma è Renzi che deve chiarire le intenzioni nei tuoi confronti. Noi ci regoleremo di conseguenza».

Un modo elegante per dire: sbrigatevela tra voi. In privato, le critiche a Letta non vengono lesinate. Si dice del premier, nel giro stretto alfaniano: «Se nell'azione di governo avesse dimostrato nei mesi scorsi la stessa caparbia determinazione con cui si sta difendendo oggi, non si troverebbe certo in queste condizioni. Ora però il tempo è scaduto...».

Con Renzi non risultano contatti ulteriori. Viene considerato sufficiente il colloquio con Alfano di pochi giorni fa, quando le armi furono deposte da ambo i fronti e il sindaco-segretario capì che le porte di Palazzo Chigi erano spalancate. Restano in sospeso «dettagli» tipo il programma e la struttura di governo, questioni su cui in Germania hanno messo mesi per venirne a capo. Però è del tutto fuori strada chi immagina un partito in ansia, timoroso di essere preso a ceffoni tanto sui contenuti quanto sulle poltrone.

«Quale interesse avrebbe Renzi a umiliarci?», scuotono la testa i vecchi del mestiere: «Il primo a rimetterci in quel caso sarebbe proprio lui, perché sa benissimo che il nostro sostegno parlamentare gli risulterebbe determinante esattamente come lo è stato per Letta». Alfano è ministro dell'Interno e vice-premier, tale prevede di rimanere anche con il leader Pd a Palazzo Chigi. Una eventuale «deminutio» (di cui non si è mai parlato, in verità) sarebbe giudicata un pessimo inizio.

Quanto alle altre poltrone, non rappresentano sulla carta un problema insormontabile. La De Girolamo si è già dimessa e nessuno del Ncd ne rivendica il posto, Lupi e la Lorenzin hanno buone chance di riconferma. Quagliariello, ministro delle riforme, ha spesso incrociato spavaldamente la lama con il segretario Pd; ma per lui, dicono, sarebbe pronta la segreteria del Ncd che ai primi di aprile terrà l'assemblea costitutiva (la presidenza del partito andrà senza alcun dubbio a Schifani).

Insomma, sistemare le caselle del puzzle non sarà certo un'impresa. Più difficile semmai risulterà conciliare l'anima di centrodestra e la militanza di primo piano in un governo a quel punto di sinistra-centro. Ma se tutto andrà secondo i suoi piani, Alfano avrà parecchio tempo a disposizione per tentare la quadratura del cerchio.

 

 

Alfano Vespa e Renzi RENZI E ALFANO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BRUNO VESPA RENZI E ALFANO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BRUNO VESPA de girolamo letta k lupismorfia LORENZIN E QUAGLIARIELLO MANGIANO IL GELATO FOTO LAPRESSE