FARSA ITALIA SI SPACCA SULLE QUOTE ROSA – CHI VINCERA’: LE PASIONARIE AZZURRE O LA PASCALE? IL CAV TEME L’EFFETTO BOOMERANG: ‘NESSUNO PIÙ DI ME HA VALORIZZATO LE DONNE IN POLITICA’

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Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"

«Io ho mantenuto le promesse sulla legge elettorale anche quando il Pd ha cambiato le carte in tavola. Fate di tutto perché questa storia delle quote rosa non finisca per ritorcersi contro di me e contro Forza Italia. Nessuno più di me ha valorizzato le donne in politica. E non accetto che se va tutto bene è merito di Renzi e se va male la colpa è nostra...». Il settimo giorno, e cioè ieri mattina, Silvio Berlusconi sbotta. Al telefono con un numero selezionato di fedelissimi, il Cavaliere capisce che la partita sulla parità di genere sta per diventare un boomerang.

Perché l'ha capito, l'ex premier, che la partita si gioca soprattutto dentro Forza Italia. Dove la carica di parlamentari azzurre favorevoli agli emendamenti trasversali - che oggi si presenteranno in Aula vestite di bianco al pari delle colleghe di Pd, Sel, Scelta Civica e Ncd - è praticamente a un passo dalla guerra nucleare coi maschietti del partito. A cominciare da Renato Brunetta, Denis Verdini e Maurizio Gasparri, la cui intervista di ieri al Corriere ha mandato in bestia tutto il fronte delle pasionarie.

L'hanno tempestato di telefonate tutte. Da Stefania Prestigiacomo a Mara Carfagna, passando per Gabriella Giammanco. A tutte ha risposto che «sì, vediamo quello che possiamo fare, proviamo a riaprire il tavolo quantomeno sulle quote dei capilista divise tra 60 e 40». In realtà, la partita sembra chiusa.

«Questa storia finisce male. Chiederanno il voto segreto e addio a tutto», sussurra pessimista la siciliana Giammanco a metà pomeriggio. Qualche attimo dopo, con un sorriso sicuro, Renato Brunetta blinda tutte le porte. «Pacta sunt servanda. Renzi ha chiesto di riaprire la partita sugli emendamenti? No. Lo ha chiesto la Boschi? No. Lo ha chiesto Berlusconi? Nemmeno. Per cui, di che cosa parliamo? Basta con questa storia». Ed è lo stesso adagio di Francesco Paolo Sisto, il relatore della legge.

«Questi emendamenti rischiano di essere incostituzionali alla luce degli articoli 3, 49 e 51 della Carta. La parità dei generi deve essere promossa dai partiti, non imposta per legge. E poi, scusate, ma se nasce il Partito delle Donne Separate, perché queste dovrebbero essere costrette a candidare gli uomini in lista?».

Man mano che passano le ore, tutte le strade che portano all'approvazione degli emendamenti sembrano sempre più sbarrate. E le docce gelate, per le parlamentari forziste che hanno combattuto questa battaglia, sembrano moltiplicarsi minuto dopo minuto. Già ieri all'alba «Il Mattinale», house organ del gruppo alla Camera, aveva usato parole chiare. «Ieri il Senato, oggi le quote rosa, domani le preferenze e dopodomani le soglie. Noi non ci stiamo».

E sono bazzecole rispetto a quello che trapela nella serata da Arcore. Dove Francesca Pascale avrebbe manifestato al celebre fidanzato tutta la sua contrarietà rispetto agli emendamenti sulla parità di genere. E anche, probabilmente, rispetto alla campagna delle parlamentari forziste, da cui si sono chiamate fuori Daniela Santanché e Mariastella Gelmini. Quest'ultima in modo plateale, rispondendo a una domanda della Prestigiacomo. «Mariastella, lo firmi quest'appello?». Risposta, in due lettere: «No».

 

 

BERLUSCONI PASCALE SUSANNA CANZIAN IL CAPODANNO DI SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE NUNZIA DE GIROLAMO MARA CARFAGNA resize Stefania Prestigiacomo Gabriella Giammanco VIRGINIA RAFFAELE NEI PANNI DELLA BOSCHISANTANCHè E GELMINI