VAFFANCUNEO – SU “REPUBBLICA”, LE CRITICHE AL PAROLAIO FIORENTINO INGABBIATE NELL’INSERTO “AFFARI & FINANZA” – ‘’FINO AD OGGI DI SCIOCCANTE CI SONO STATE SOPRATTUTTO DUE COSE. LA FRUSTATA DALLA UE SUI GRAVI RITARDI ITALIANI E L'IMPROVVISAZIONE DEI MINISTRI, CHE SPARLANO A VANVERA”

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Massimo Giannini per ‘Affari&Finanza - La Repubblica'

La confusione intorno alle 'grandi riforme' del governo Renzi, finora, è stata direttamente proporzionale alle enormi aspettative seminate dal premier lungo il suo cammino. Da due settimane non passa giorno che sul web non riecheggi un cinguettio, twittato preferibilmente all'alba, sulle imminenti 'misure shock' per il rilancio dell'economia.

Ma fino ad oggi di scioccante ci sono state soprattutto due cose. La prima è la frustata dalla Ue sui gravi ritardi italiani: a dispetto del mantra 'l'Europa la cambiamo noi' Bruxelles non fa sconti agli ultimi arrivati, e la Merkel non la 'compri' riconoscendone la sapienza calcistica intorno alle rotule di Mario Gomez.

La seconda è l'improvvisazione dei ministri, che sparlano a vanvera come le 'comari di Windsor' ai tempi di Formica e Andreatta. Dopodomani a Palazzo Chigi vedrà la luce il pacchetto scaccia-crisi dell'era renziana. Il caos preparatorio è stato notevole. A parte la gaffe iniziale del presidente del Consiglio sulla 'riduzione in doppia cifra', la coalizione ha recitato a soggetto. Il guru economico del Pd, Filippo Taddei, ha annunciato la contestuale riduzione del 10% dell'Irap e di 5,5 miliardi dell'Irpef. Compromesso doroteo: ma se vuoi spartire di nuovo la torta, devi sapere che i benefici saranno ancora una volta risibili.

Dividere 10 miliardi per due significa per le imprese un risparmio di 300 euro annui sul costo del lavoro di ciascun neo assunto (ipotizzando un lordo di 30 mila euro), per i lavoratori un risparmio di 50 euro al mese sull'Irpef (ipotizzando un lordo di 25 mila euro). Non certo uno shock. Per questo, l'unico tra i ministri di cui ci si deve fidare, Pier Carlo Padoan, ha detto al Sole 24 Ore che invece bisogna 'concentrare l'intervento in una sola direzione: o tutto sulle imprese, quindi Irap e oneri sociali, o tutto sui lavoratori attraverso l'Irpef'.

Parole sagge, dopo le esperienze falsamente 'egualitarie' tentate da Prodi nel 2006 e da Letta nel 2013. Ma solo ventiquattr'ore dopo il Ghino di Tacco Angelino Alfano ha smentito Padoan: 'Serve un'azione duplice, riduzione Irap per le imprese, riduzione Irpef per i lavoratori'. Come uscire dall'entropia? Quanto raccolto a Palazzo Chigi e uscito su Repubblica sabato scorso sembra finalmente fissare un punto fermo: i 10 miliardi andranno tutti a riduzione dell'Irpef. Giusto così.

E non perché i supporter della Camusso abbiano più ragione degli ultrà di Squinzi, ma perché una scelta netta è più efficace di una non scelta. Sempre a condizione che, di qui a mercoledì, non spunti qualche altro ministro a rimangiarsi la parola data, e a confermare che anche nel Dolce Stilnovo renziano vale sempre una delle vecchie leggi di Murphy: non affannarti a contraddire i politici, prima o poi lo faranno da soli.

 

MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze MASSIMO GIANNINI RENZI HOLLANDE MERKEL CAMERON.matteo renzi e angela merkel RENZI E PADOAN RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE SQUINZI CON SQUINZIA