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Ernesto Menicucci e Clarida Salvatori per “corriere.it”
«Le dimissioni? Le ho date per essere ascoltato dalla magistratura come sindaco dimissionario». Ci ripensa Marino sull’uscita di scena come sindaco di Roma? Non risponde direttamente ma, durante la conferenza stampa indetta per chiarire la questione degli scontrini «sospetti», replica così: «Ho venti giorni di tempo per fare una verifica politica sulla maggioranza in Consiglio comunale».
La conferenza stampa di Ignazio Marino era stata «indetta per un motivo preciso, parlare a romane e romani, italiane e italiani. Ho firmato la lettera di dimissioni in seguito ad esposti di M5s e Fdi, con estremo rispetto dell’autorità giudiziaria. Ringrazio la procura per avermi ascoltato, sono entrato a Palazzo di giustizia come persona informata dei fatti, e così sono uscito».
IGNAZIO MARINO ALLA PRIMA DI SUBURRA
«Voglio dire due parole sugli esposti che non esito a definire vergognosi, in malafede o ignoranti. Risorse pubbliche per la tintoria non si riferiscono ai miei abiti, ma a quelli storici dei trombettieri di Vitorchiano, o al tappeto rosso che viene steso per fuori dalla Maserati per non far sporcare i piedi all’imperatore del Giappone. Non ho mai utilizzato denaro pubblico a scopo privato, casomai il contrario. I due giorni a New York, dal primo settembre, potevano essere considerati un viaggio istituzionale, visto che ho incontrato il sindaco Bill De Blasio. Ma decisi di pagare i 700-800 euro di albergo con soldi miei».
Quella, però, era l’ultima tappa delle «vacanze americane» del sindaco, che rientrò nella Capitale solo il 3 settembre.
Alla richiesta di chiarimenti riguardo le cene del 26 dicembre 2013 all’Antico girarrosto toscano e alla Taverna degli amici, dove secondo i ristoratori il sindaco uscente sarebbe andato con la famiglia, e quella dello scorso 4 maggio a Torino, in cui lui dichiara aver invitato don Damiano Modena, circostanza che lo stesso sacerdote smentisce, secca la replica di Marino, nonostante si trattasse dell’argomento della conferenza stampa: «Di questo non parlo, ho già risposto ai magistrati».
Enzo Musco, avvocato del sindaco Marino, è intervenuto alla conferenza stampa indetta per chiarire la questione scontrini: «Il modello 45 del fascicolo della procura dà notizie non costituenti reato. Ci siamo difesi su tutti i fronti, non accusando nessuno ma descrivendo il modo di operare della burocrazia romana - ha spiegato Musco -. Venivano registrati a distanza di tempo, seguivano una prassi consolidata da tanto e validata dall’Anci.
Chi di voi ricorda con chi ha cenato 15 mesi fa? Immaginate se il sindaco può ricordare. Ha dato spiegazioni più che convincenti, ha riabilitato la sua immagine di sindaco, fino a ieri considerato un peculatore, oggi un gran galantuomo che ha raccolto una gran quantità di soldi, ben 10 milioni di euro, per la città».
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