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IN FACCIA, SOLO LA MASCHERINA - IN SVIZZERA È PASSATO DI MISURA IL REFERENDUM CHE METTE AL BANDO BURQA E NIQAB, ANCHE SENZA CITARLI ESPLICITAMENTE - SECONDO I PROMOTORI È UN MODO PER "FERMARE L'ESTREMISMO ISLAMICO", MA A MOLTI È SEMBRATA UNA MOSSA PROPAGANDISTICA DELLA DESTRA: NEL PAESE SONO POCHISSIMI I CASI DI VISI COMPLETAMENTE NASCOSTI IN PUBBLICO...
Francesco Olivo per “La Stampa”
Con il volto coperto dalle mascherine gli svizzeri hanno deciso che non si può andar in giro con la faccia occultata. Il referendum di ieri non aveva nulla a che fare con le misure anti Covid, l'obiettivo era piuttosto il cosiddetto «estremismo islamico». Da oggi niente passamontagna o la bandana, ma nemmeno il velo integrale. Un modo per contrastare la criminalità, secondo le associazioni che hanno proposto il quesito, ma anche e soprattutto un modo per scatenare un dibattito identitario.
Il referendum proposto da partiti e organizzazioni conservatrici è stato letto (e raccontato) come un attacco «all'Islam radicale». Il quesito ufficiale, «sei favorevole al divieto delle coperture totali del viso?», non menzionava esplicitamente burqa o niqab. Ma in campagna elettorale si è capito dove andava a parare il dibattito.
Da una parte i difensori del multiculturalismo, a sostegno del No, dall'altra i proponenti che invitavano a votare Sì, in nome non solo della sicurezza, ma soprattutto a difesa «dell'uguaglianza e delle libertà delle donne sottomesse dall'estremismo», tanto che la legge proposta è stata ribattezzata «anti burqa» e anche alcune associazioni femministe si sono aggiunte ai comitati per il Sì.
Se i termini della questione non fossero stati abbastanza espliciti ci hanno pensato i manifesti elettorale a chiarirli: una donna coperte integralmente con accanto lo slogan: «Fermare l'estremismo», islamico, va da sé.
Il governo federale si era schierato per il No, anche perché si tratta di situazioni marginali. È rarissimo, infatti, in Svizzera incontrare donne che coprono integralmente il volto e spaccare il Paese in un dibattito identitario per poche centinaia di persone è sembrato a molti una mossa propagandistica della destra, visto che, sempre ieri, si votava per le elezioni amministrative.
NIQAB - BURKA - CHADOR - HIYAB
Alcuni cantoni, come il Ticino, già dal 2016 aveva adottato una misura simile e in cinque anni le forze dell'ordine sono dovute intervenire assai di rado, in meno di 30 casi, secondo i media locali. Ma il dibattito è andato al di là dei casi concreti e ha investito il modello multiculturale, con argomenti, pro e contro, già ascoltati in altri Paesi, anche confinanti, come l'Austria e la Francia, dove in questi mesi il presidente Emmanuel Macron ha lanciato la sua battaglia contro quello che ha definito il «separatismo islamico».
Misure simili sono in vigore anche in Belgio e Bulgaria. Il divieto prevede che nessuno possa coprirsi il viso completamente in pubblico, sia nei negozi che all'aperto. Sono previste eccezioni per i luoghi di culto e ovviamente nell'ambito privato. Il bando prevede anche un'eccezione anche per «il carnevale». Visti i tempi, il legislatore ha dovuto subito chiarire che le mascherine anti virus non sono incluse nel divieto.
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