“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
Se un nuovo micro-partito neonazista greco sceglie in questi giorni di chiamarsi «Lepen», in Francia la candidata all' Eliseo è ormai solo «Marine». Senza cognome, e senza Front National. «Marine» è più mite, famigliare, alla mano: non c' è bisogno di ricordare il padre pluricondannato per negazionismo, o il Fn da quarant' anni regolarmente associato a espressioni peggiorative e ansiogene come xenofobia, estremismo, populismo e - più di recente - «avanzata storica».
Nel convegno di due giorni che si è tenuto nel fine settimana a Fréjus, Marine (Le Pen) ha cominciato la sua campagna elettorale per le presidenziali della primavera 2017 e ha fatto molta attenzione al lessico. Il discorso pronunciato ieri pomeriggio è un piccolo capolavoro di equilibrismo: la favorita nei sondaggi per il primo turno non ha mai pronunciato la parola «islam», né il nome dei suoi concorrenti.
Negli stand, oltre a vendersi ogni genere di oggetti, dai libri alle tazze da caffé con il volto o la scritta di «Marine», si tenevano tavole rotonde su economia, preferenza nazionale, uscita dall' euro: temi di recente trascurati dagli avversari, che hanno scelto di battersi sul terreno di gioco tradizionalmente lepenista, ossia l' immigrazione e l' identità. Nel partito dei Républicains, Nicolas Sarkozy e Alain Juppé si apprestano a una lotta molto dura per designare il vincitore delle primarie di novembre e quindi il candidato all' Eliseo. A sinistra, ancora non è certo se il presidente in carica François Hollande e il suo ex delfino Emmanuel Macron si presenteranno.
L' unica che è già certa di avere l' investitura del partito, pur innominato, è «Marine», che per adesso ha scelto solo lo slogan elettorale, «In nome del popolo». Comincia adesso un' attesa lunga, e il più possibile discreta.
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