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Valentina Santarpia per il "Corriere della Sera"
Niente più scuse. Da ora in poi chi avrà ottenuto fondi europei o nazionali in attuazione di politiche di coesione non avrà scampo. Il ministro competente Fabrizio Barca ieri ha messo in rete i dati relativi a tutti i 467 mila progetti finanziati finora. Un'operazione che ha battezzato «Opencoesione», definendo lo strumento «indispensabile per promuovere maggiore partecipazione nelle scelte pubbliche e qualità degli investimenti pubblici». Cliccando su www.opencoesione.gov.it si può navigare tra i dati nazionali sull'attuazione delle politiche di coesione 2007-2013, scoprendo quali sono i progetti, i settori di intervento, i soggetti attuatori dei diversi progetti, i tempi di attuazione, lo stato del finanziamento.
La dotazione dei fondi 2007-2013 ammonta complessivamente a 99,287 miliardi di euro spendibili fino al 2015. Il nuovo portale riguarda i 467.257 progetti per i quali è prevista una spesa di 33,4 miliardi, di cui 14,4 miliardi già pagati a 35,042 soggetti attuatori, realizzatori e destinatari. Il più costoso? Il completamento della Linea 1 della metropolitana di Napoli: un miliardo e 376 milioni.
Ieri si è parlato anche di un altro progetto faraonico, quello dell'Alta velocità Torino-Lione. Intanto sempre ieri si è saputo delle dimissioni di Rainer Masera da presidente della Commissione intergovernativa italo-francese. à bastata questa notizia, lanciata nel tardo pomeriggio dal parlamentare Stefano Esposito (Pd), per far parlare di nuovo di «Tav a rischio», a distanza di pochi giorni dal caso di Le Figaro, il quotidiano che aveva ipotizzato il ritiro della Francia dall'Alta velocità .
Ma anche questa volta il caso si è sgonfiato in poche ore, e il governo si è affrettato a precisare, con tanto di comunicato ufficiale: «Il ministro dei Trasporti Corrado Passera ha designato nei giorni scorsi l'architetto Mario Virano quale capo della delegazione». «In realtà io l'ho saputo poco fa», si schernisce Virano, ringraziando il governo per l'incarico e considerando «l'esperienza che si sta portando avanti uno sforzo collegiale per garantire la realizzazione della Torino-Lione».
Ma cos'è successo, allora? «Le dimissioni sono contestuali alla chiusura della struttura di missione sulla Torino-Lione presso la presidenza del Consiglio dei ministri», spiega Masera, che promette: «Non ci saranno ritardi», ma «il governo ha fatto le sue scelte». Dietro al linguaggio tecnico, si comprendono le motivazioni profonde per cui Masera, che rivestiva l'incarico da sette anni, ha lasciato.
La Commissione da lui presieduta aveva una struttura di missione, cioè una parte operativa, che eccezionalmente faceva capo alla presidenza del Consiglio, mentre per prassi le strutture di missione dipendono dal ministero delle Infrastrutture. La scelta era motivata dalla particolarità del caso Tav.
Il governo Monti, però, per razionalizzare spese e risorse nell'ambito della spending review, ha deciso di spostare anche la struttura della Tav presso il ministero. Una scelta che a Masera non è andata evidentemente a genio, tanto da anticipare le sue dimissioni (presentate il 28 giugno scorso) in vista della scadenza naturale del suo mandato (il 30 giugno).
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