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DI MAIO LANCIA LA PALLA AVVELENATA PER FAR ESPLODERE IL PD: ‘DIECI PUNTI PER UN GOVERNO M5S CON CHI CI STA. ANCHE IL PD SENZA RENZI’ - IL DUCETTO ORMAI NELLA FASE SALÒ: ‘NOI SIAMO ALL’OPPOSIZIONE, CHI VUOLE ACCORDI LO DICA IN DIREZIONE. PERCHÉ LA STAMPA PARLA DI ME CHE VADO A SCIARE? ORMA IL PAESE È IN MANO AD ALTRI, SI OCCUPASSERO DI LORO’ - EMILIANO SCHIERATO PRO GRILLINI
1. DI MAIO: «DIECI PUNTI PER UN GOVERNO M5S CON CHI CI STA: ANCHE IL PD, SENZA RENZI»
Claudio Bozza per www.corriere.it
Una lista di circa 10 punti programmatici da proporre agli altri partiti. È l’idea sul tavolo di Luigi Di Maio che, a due giorni dalle elezioni, sta studiando le prossime mosse per riuscire a trovare i numeri che gli consentano di avere una maggioranza in Parlamento e quindi dar vita a un governo 5 stelle. Il candidato premier M5s, secondo quanto si apprende, martedì mattina era già nel suo ufficio a Montecitorio per proseguire nella messa a punto del metodo da seguire nei prossimi giorni. Un metodo, viene spiegato in ambienti pentastellati, che sarà coerente con quanto annunciato da Di Maio in campagna elettorale e ribadito dopo la vittoria alle elezioni, e cioè trasparente, pubblico, senza «stanze segrete» o «strani inciuci».
GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA
M5s, secondo quanto si apprende da fonti autorevoli pentastellate, continua a guardare al Pd, a patto che sia senza Matteo Renzi: sono in tanti tra i 5 stelle a dire che si preferirebbe un dialogo con il centrosinistra che comprenderebbe Leu e il Partito democratico «derenzizzato». Ma ciò che emerge con ancor più nettezza, almeno ad oggi, è l’orientamento a rifiutare un’intesa con la Lega di Matteo Salvini.
«La specie che sopravvive non è quella più forte, ma quella che si adatta meglio. Quindi noi siamo dentro democristiani, un po’ di destra, un po’ di sinistra e un po’ di centro, possiamo adattarci a qualsiasi cosa quindi vinceremo sempre noi sul clima, sull’ambiente, sulla terra». Beppe Grillo fotografa così la strategia politica che ha portato il Movimento 5 Stelle, da lui fondato, a diventare il partito più votato dagli italiani alle elezioni del 4 marzo. Grillo ha utilizzato questi esempi, dopo aver visitato la mostra «Human+, il futuro della nostra specie», a Palazzo delle Esposizioni a Roma.
«Molto ben allestita, palazzo stupendo, è una mostra che vorrebbe simulare dove andrà a finire la nostra specie — dice il fondatore del M5S — La specie che sopravvive non è quella più forte, ma quella che si adatta meglio. Siamo cresciuti e la vita è stata creata dentro un magma di anidride carbonica. Noi questo adattamento della specie lo avremo sempre».
Con chi dialogherà M5s per tentare di raggiungere una maggioranza e far nascere un governo? «C’è un capo politico». Ha risposto così ai microfoni di Sky Beppe Grillo, prima di lasciare l’hotel dove ha soggiornato a Roma, riferendosi naturalmente a Luigi Di Maio. Grillo ha ribadito poi ironico il suo dispiacere per il fatto che il Matteo Renzi voglia dimettersi da segretario del Pd: «Peccato, altrimenti il Pd poteva scendere al 10%...».
Intanto in Sicilia si registra un curioso record: in Sicilia ci sono più seggi vinti che candidati. La valanga di voti per il Movimento 5 Stelle crea infatti un problema da risolvere nell’attribuzione dei seggi. Il movimento oltre ai 28 eletti all’uninominale piazza 25 parlamentari, tra Camera e Palazzo Madama, nella quota proporzionale. Ma è tanto larga, la vittoria, da creare un problema nei subentri, visto che alcuni dei 5stelle eletti nella quota proporzionale hanno ottenuto il seggio anche all’uninominale. Così, nel M5S, emerge il rebus dello scorrimento: la lista — che per legge non poteva superare 4 nomi — è troppo breve rispetto ai seggi realmente ottenuti dai grillini. Ma secondo i giuristi a questo punto si andrebbe a cercare in altri collegi.
2. PD, SCONTRO SU UN ACCORDO CON M5S RENZI: «IL PD ALL'OPPOSIZIONE. CHI HA IDEE DIVERSE LO DICA IN DIREZIONE»
Annalisa Grandi per www.corriere.it
«Non vado in settimana bianca. Ma parlare ancora di me è inspiegabile». Lo scrive su Facebook Matteo Renzi che risponde così alla notizia che non si sarebbe presentato al Colle per le consultazioni per andare a sciare: «La delegazione che andrà al Quirinale sarà decisa dalla direzione nazionale del Pd». Ma la linea politica arriva chiara: «Nei prossimi anni il Pd dovrà stare all'opposizione degli estremisti.
Cinque Stelle e Destre ci hanno insultato per anni e rappresentano l'opposto dei nostri valori. Sono anti europeisti, anti politici, hanno usato un linguaggio di odio. Ci hanno detto che siamo corrotti, mafiosi, collusi e che abbiamo le mani sporche di sangue per l'immigrazione: non credo che abbiano cambiato idea all'improvviso. Facciano loro il Governo se ci riescono, noi stiamo fuori. Per me il Pd deve stare dove l'hanno messo i cittadini: all'opposizione».
«Ancora si parla di me?»
Una risposta a stretto giro a quanti, Michele Emiliano in testa, spingono per abbracciare il movimento di Di Maio. Basta esitazioni, esorta il governatore dela Puglia: «Il Paese non ha possibilità di attendere lunghe trattative, si deve sapere subito che il Pd sosterrà lo sforzo di governo del M5s», ha affermato a margine di un incontro a Bari. E a Facebook affida una critica dura al segretario: «Renzi punta alla sua autoconservazione, sta pensando a come rientrare in partita, non a come far rientrare il Paese in partita. Per questo finge di dimettersi».
Prima di lui anche il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, a una domanda su un eventuale sostegno del Pd a un Governo 5 Stelle ha risposto «Non si può dire "Non parliamo con loro", mai dire mai». «Non possiamo togliere le castagne dal fuoco agli altri, i cittadini ci hanno detto che non siamo più maggioranza, se poi ci sono proposte concrete le valutiamo».
Il ministro Dario Franceschini invece sostiene di non aver «mai pensato sia possibile fare un governo con M5s e tantomeno con la destra. Sufficientemente chiaro? Non trovo nemmeno traccia nel Pd di qualcuno che abbia in mente di farlo, quindi sono inutili polemiche o velenosi depistaggi mediatici». «Abbiamo perso le elezioni e quindi l’unica strada giusta e possibile è andare all’opposizione. Nel Pd siamo e saremo tutti d’accordo su questo. Ma dovremo ragionare di errori compiuti e delle strade» per «rifondare Pd e nostro campo», conclude. Sulla stessa linea anche Matteo Orfini.
MICHELE EMILIANO E MATTEO RENZI
«C'è un pezzo del gruppo dirigente del nostro partito che non si rassegna a stare laddove deciso dagli elettori, e cioè all'opposizione. Da dove con umiltà e responsabilità dobbiamo ricostruire passo dopo passo una relazione di fiducia e di rappresentanza con la nostra gente. Interi pezzi di paese ci hanno espulso dal loro orizzonte, come nel mezzogiorno, e questo rapporto non si ricostruisce sostenendo governi guidati da estremisti - prosegue il presidente del Pd -. Se un pezzo del nostro gruppo dirigente uscisse dalle sale dei convegni, dai ministeri e dai salotti bene e venisse a farsi una passeggiata nelle periferie, scoprirebbe che immaginare di sostenere chi in questi anni ha soffiato sul fuoco della rabbia sociale con parole di odio non ha nulla di «responsabile». Significa solo rinunciare a combattere. E finire per legittimare il populismo più becero e violento», conclude.(
«Farò il parlamentare semplice»
MICHELE EMILIANO E MATTEO RENZI
Di proposte concrete, al momento, non ce ne sono. E Renzi rispedisce la polemica al mittente: « Se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica in direzione lunedì prossimo o nei gruppi parlamentari». Nel lungo post su Facebook Renzi scrive tra l'altro: «Farò il parlamentare semplice, cercando di rappresentare al meglio quei cittadini che mi hanno onorato della loro fiducia e tenendomi in contatto con le tante esperienze belle che vivono nella nostra società». «Le elezioni sono finite - si legge ancora nel post - il PD ha perso, occorre voltare pagina. Per questo lascio la guida del partito. Non capisco le polemiche interne di queste ore. Ancora litigare? Ancora attaccare me?».
«Ci hanno insultato per anni, ora facciano il Governo se ci riescono»
«Cinque Stelle e Destre ci hanno insultato per anni, rappresentano l'opposto dei nostri valori. Sono anti europeisti, anti politici, hanno usato un linguaggio di odio. Ci hanno detto che siamo corrotti, mafiosi, collusi e che abbiamo le mani sporche di sangue per l'immigrazione: non credo che abbiano cambiato idea all'improvviso. Facciano loro il Governo se ci riescono, noi stiamo fuori».
renzi e emiliano lottatori-di-fumo
«Per me il Pd deve stare all'opposizione»
Per Renzi, e lo ribadisce anche sui social, il Pd ora deve stare «dove l'hanno messo i cittadini: all'opposizione». «Se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica in direzione lunedì prossimo o nei gruppi parlamentari - aggiunge - Senza astio, senza insulti, senza polemiche: chi vuole portare il PD a sostenere le destre o il Cinque Stelle lo dica. Personalmente penso che sarebbe un clamoroso e tragico errore».
«Parlare ancora di me è inspiegabile»
E poi, sulla notizia secondo la quale non si sarebbe presentato al Colle per le consultazioni per andare a sciare sottolinea: « Qualcuno dice che le dimissioni sarebbero una finta, qualcuno che starei per andare in settimana bianca. Le dimissioni sono vere, la notizia falsa. Mi stupisce che certe cose diventino l'apertura dei siti, emozionino le redazioni, intrighino i giornali. Parlare di me - ancora - è inspiegabile. Sono altri, adesso, a guidare il Paese: occupatevi di loro, amici dell'informazione».
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