AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO…
Estratto dell'articolo di Liana Milella per "la Repubblica"
Sembrava archiviata per sempre la stagione delle leggi ad personam per Silvio Berlusconi. (…) E invece eccola rispuntare adesso quando lui è tuttora leader di Forza Italia e gli incombono addosso i dibattimenti del Rubyter. (...)
Forse per colpa di quella montagna di emendamenti - ben 1.631 - che grava sulla riforma del processo penale. Perché è lì che si cela la proposta malandrina. A firmarla è Pierantonio Zanettin, il capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia, ex membro laico del Csm, ma anche genero del noto avvocato Franco Coppi avendone sposato la figlia.
(…)
La parola chiave è "specifici poteri". Si gioca tutta su queste due parole la norma ad personam che avrebbe potuto cambiare, se fosse passata, la storia dei processi di Berlusconi per corruzione in atti giudiziari. Quelli "figli" del processo Ruby. Tre processi in corso tra Milano, Siena e Roma. Nei quali i testimoni, cioè le famose ragazze delle feste di Arcore che sarebbero state pagate per cambiare la versione dei fatti, rivestono la qualifica di "pubblici ufficiali" in quanto sono dei testi.
(...) La norma Zanettin prevede un netto ridimensionamento. Perché negli emendamenti è scritto che "sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano specifici poteri conferiti dalla legge esplicando una funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa".
Attenzione alla parola "specifici poteri". Laddove il testo in vigore dice che "sono pubblici ufficiali coloro che esercitano una funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa". La modifica riguarda sia il pubblico ufficiale che l'incaricato di pubblico servizio.
La riduzione del "perimetro" è evidente. Una modifica che cambia la storia dei processi in cui i testimoni, come nel caso dei dibattimenti di Berlusconi, rivestono la qualifica di pubblico ufficiale proprio in quanto testimoni, e non per uno "specifico potere" conferito dalla legge.
(…) Nei corridoi della Camera si raccolgono molte indiscrezioni, tra le quali che a spingere sarebbe stato anche Gianni Letta. E che la sua voce sarebbe giunta fino a palazzo Chigi. I vertici del gruppo reagiscono imbizzarriti quando la deputata Bartolozzi fa sapere che lei non voterà l'emendamento. Dopo un'ora scopre, dal suo cellulare, che è stata convocata per la prossima riunione della commissione Affari costituzionali. Di cui non fa parte. Si sorprende. È accaduto che, a sua insaputa, Bartolozzi è stata mandata via dalla Giustizia con il contentino di nominarla capogruppo. Lei non ci sta e sbatte la porta di Forza Italia. Va nel gruppo Misto. Ma Forza Italia, 25 a 19, perde lo stesso la battaglia del salva Berlusconi.
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