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Da "la Repubblica"
Qualcuno paga un risarcimento per le torture e gli abusi avvenuti nel carcere di Abu Ghraib durante la guerra in Iraq. E si tratta di oltre cinque milioni di dollari per i prigionieri che subirono quelle violenze venute a galla grazie alle foto scattate dagli stessi soldati che le compirono. Quelle immagini nell'aprile del 2004 fecero il giro del mondo scatenando lo scandalo per il quale sette militari statunitensi furono poi condannati.
A versare i soldi oggi è la Engility Holding, contractor del settore Difesa degli Stati Uniti la cui filiale è stata accusata di cospirazione per le torture subite dai prigionieri del carcere iracheno. Il pagamento di 5,28 milioni di dollari è stato effettuato per il ruolo attivo svolto dalla controllata della Engility, la L-3 Services, negli interrogatori violenti avvenuti nel carcere gestito dalle forze americane tra il 2003 e il 2007. I 71 ex detenuti risarciti hanno ricevuto circa 75mila dollari a testa.
Il versamento di quei soldi è il primo risultato positivo nella battaglia dei legali degli ex detenuti contro gli appaltatori della Difesa nei vari processi intentati per avere giustizia riguardo a quelle torture. Uno di loro, l'avvocato Baher Azmy, nel commentare la notizia, ha spiegato che mentre alcuni militari statunitensi hanno affrontato la corte marziale per il
loro ruolo negli abusi ad Abu Ghraib, le Forze armate non hanno perseguito i contractor privati.
La L-3 Services forniva traduttori all'esercito americano in Iraq. Nel 2006 l'azienda aveva più di seimila traduttori nel Paese, in cambio di un contratto del valore di 450 milioni di dollari. I risarcimenti sono registrati in un documento depositato presso la Securities and Exchange Commission due mesi fa, ma la notizia è emersa soltanto ora. Come ha specificato l'avvocato Azmy, nella motivazione è scritto che gli ex detenuti subirono «ampie e feroci torture».
I racconti di quei detenuti rievocano lo scenario di quello che nel 2004 fu uno scandalo mondiale. Finte esecuzioni, con la pistola puntata alla tempia e il grilletto fatto scattare a vuoto. Spinte contro il muro fino a farti perdere i sensi. Denudamenti, minacce di stupro, cappucci sulle teste e manette ai polsi e alle caviglie. Finte impiccagioni. C'è chi è stato costretto a ingoiare acqua fino a stare male. E ci sono le molte dichiarazioni di violenze sessuali subite, oltre alle botte. L-3 ora non commenta. Un'altra società , Caci International di Arlington, in Virginia, dovrebbe essere processata quest'estate con accuse simili.
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