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Tina a. Commotrix per Dagospia
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Il “Cardinale rosso” che per due volte è uscito Papa nel conclave parlamentare è il capo dello Stato che più a lungo ha regnato nel palazzo del Quirinale, 2553 giorni se i calcoli della vostra cronista non andranno incontro alle solite, e giuste, pignolesche rettifiche.
L’altro giorno avevo letto sui giornali che i Grandi Elettori del successore di Giorgio Napolitano sarebbero stati 1008. Anche se dopo le dimissioni di Re Giorgio, senatore a vita di diritto, il loro numero sale a 1009.
Il capo dello Stato uscente “doppia” i presidenti Gronchi (Dc), Saragat (Psdi), Einaudi (Liberali) e il primo “reggente” della rinata repubblica, Enrico De Nicola, rimasto in carica soltanto 90 giorni.
A proposito della lunga stagione presidenziale di Napolitano, lo scrittore Tristan Bernard, colpevolmente mai insignito Accademico di Francia, obiettava che il “grande pregio della passione è che fa passare il tempo”.
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E a Re Giorgio, che torna nella sua casa romana al quartiere Monti non senza un pizzico di nostalgia per il palazzo del Quirinale (“Si sta bene, ma è un po’ prigione”), mai è venuto meno l’impegno anche umano nei Sette+Due anni e passa che ha tenuto le redini istituzionali di un Paese che da qualche tempo galoppa verso il baratro politico-finanziario.
“Già il semplice tornare a casa sarà un po’ come andare in vacanza”, racconta al quirinalista in gramaglie del “Corriere della Sera”, Donna Clio Napolitano.
Fuori dalla retorica, che accompagna sempre le cerimonie dell’addio, i suoi amici di vecchia data si augurano invece che l’ex “former communist”, come lo chiamano ancora gli americani a Washington, non resti ai margini della corsa alla sua successione.
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“Ho ripassato il video del suo discorso di fine anno e l’identikit tracciato dal capo dello Stato è una fotocopia sputata di Giuliano Amato”.
Alla bouvette di Montecitorio non ha perplessità il giornalista parlamentare su chi è il candidato nella testa del dimissionario Giorgio II. “L’ex dottor Sottile di Craxi è stata anche la prima scelta di Berlusconi. E non certo per bruciarla come invece hanno scritto alcuni colleghi. E Giuliano, che Napolitano nel settembre del 2013 ha indicato alla Corte costituzionale, si è ben preparato per la prossima corsa… Basta leggere anche il suo ultimo saggio appena pubblicato da Mulino,‘Le istituzioni della democrazia’, per aver conferma che Amato ben calcolato i tempi e i modi per arrivare senza danni al Quirinale”.
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Sotto-sotto per il Dottor Sottile (copyright Eugenio Scalfari) fa il tifo un suo ex compagno di partito, l’ex ministro socialista Rino Formica. Anche se a lui, il sermone Napoletano di fine anno è andato un po’ di trasverso.
“Nel suo messaggio l’amico Giorgio ha parlato delle sfide italiane che abbiamo davanti e, francamente, la sua mi è apparsa soltanto una disperazione fiduciosa”.
Formica, ricorre a un ossimoro nel mettere a fuoco la lunga stagione presidenziale di Napolitano. Lui, lascia intendere, non se la sente, però, di criticare “a caldo” Giorgio. Anche se non dissimula il suo forte “disorientamento” sui risultati ottenuti accettando la sfida del secondo mandato.
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