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“TRUMP HA RAGIONE NEL CERCARE IL DIALOGO CON PUTIN, DOVEVA SUCCEDERE DUE ANNI FA” – CHARLES KUPCHAN, GIÀ CONSIGLIERE DI BARACK OBAMA E BILL CLINTON, VA CONTROCORRENTE E APPROVA LE MOSSE DEL TYCOON: “L'UCRAINA NON PUÒ VINCERE QUESTO CONFLITTO. SOSTENGO LO SFORZO DI TRUMP, CERTO CHE I MODI SONO UN PO' BIZZARRI. DESTABILIZZARE PUBBLICAMENTE ZELENSKY E CHIUDERE IL RUBINETTO DEGLI AIUTI RENDE SOLO PIÙ DIFFICILE OTTENERE UN CESSATE IL FUOCO POICHÉ INCORAGGIA PUTIN AD AVANZARE” – “GLI EUROPEI HANNO SCHIACCIATO IL BOTTONE DEL PANICO, STANNO CORRENDO OVUNQUE GRIDANDO ALL'INCENDIO…”

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Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”

 

Charles Kupchan

«Trump ha ragione nel cercare il dialogo con Putin, doveva succedere due anni fa». Charles Kupchan, veterano dell'amministrazione Clinton e Obama, senior fellow del Council on Foreign Relations, non si può certo tacciare di simpatie trumpiane. «Quando due anni fa sostenni che per uscire dalla guerra bisognava aprire un colloquio fra Mosca e Washington, ricevetti insulti e minacce via email».

 

Ed ora?

«Adesso vedo che la mia posizione trova maggior consenso nel cosiddetto mainstream, sia repubblicani sia democratici sono d'accordo sul fatto che proseguire con la vecchia strategia sia inutile e dannoso».

 

ZELENSKY E TRUMP NELLO STUDIO OVALE

Non ritiene gli Usa debbano sostenere l'Ucraina "sino alla fine", come ripetevano gli uomini di Biden?

«Non si tratta di questo. Bisogna osservare quel che accade sul terreno, l'Ucraina non può vincere questo conflitto. I morti continuano ad aumentare».

 

Quindi sta con Trump?

«Sostengo lo sforzo, certo che i modi sono un po' bizzarri».

 

Cosa in particolare?

«Destabilizzare pubblicamente Zelensky e chiudere il rubinetto degli aiuti rende solo più difficile ottenere un cessate il fuoco poiché incoraggia Putin ad avanzare».

 

donald trump vladimir putin

Washington e mezzo mondo discutono se quanto accaduto nello Studio Ovale sia stata un'imboscata a Zelensky o nulla di premeditato. Da che parte sta?

«Non credo alla tesi dell'imboscata, Vance e Trump hanno perso le staffe. Hanno urlato contro Zelensky e la conseguenza è stato il flop».

 

Cosa sta facendo l'amministrazione con Zelensky?

«Metaforicamente ha una pistola puntata alla tempia e lancia messaggi del tipo: devi negoziare con Putin per finire il conflitto sennò noi ce ne tiriamo fuori [...]

 

«[...] C'è poi l'altra faccia della medaglia, ovvero l'accordo sui minerali. È questo quel che vuole Trump».

 

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

Perché è così importante?

«Mette Trump nella condizione di poter dire alla base repubblicana che il sostegno all'Ucraina avverrà non con i soldi dei contribuenti americani».

 

Trump è alla Casa Bianca da sette settimane. Si aspettava questo squassamento?

«Tutto riguarda Trump, ogni notizia, ogni decisione ruota attorno a lui. E non solo se si parla di politica economica, tariffe o Ucraina ma anche su vicende come quella dell'incidente aereo sul Potomac».

 

Cosa intende?

«Poche ore dopo ha spostato l'attenzione dall'aereo alle politiche DEI, incolpando i programmi di diversità dell'accaduto. Nessuno è abile come lui a dominare il messaggio».

 

LA MAPPA DELLE RISORSE MINERARIE IN UCRAINA

È appena rientrato dall'Europa, le relazioni transatlantiche sembrano sull'orlo del collasso fra prese di posizioni forti, come il discorso di J.D. Vance a Monaco, e le risposte irritate europee. Che succede?

«Gli europei hanno schiacciato il bottone del panico, stanno correndo ovunque gridando all'incendio e si trovano per summit a Bruxelles, a Parigi a Londra con frequenza inusuale. Comprensibile, poiché le relazioni fra le due sponde dell'Atlantico poggiano su una rete intrecciata sin dall'attacco a Pearl Harbor, nel 1941».

 

È a rischio distruzione questo legame?

«Vedo due visioni che si sfidano. La prima è che alla fine del mandato di Trump ci si troverà in una situazione simile al 2021, quando finì la prima amministrazione. Non così male come scenario e soprattutto aggiustabile. L'Europa assumerà nei prossimi anni più responsabilità, Trump insulterà gli europei e loro risponderanno a Trump ma le relazioni terranno. Nessuna fine della Nato».

 

la stretta di mano tra donald trump ed emmanuel macron 1

L'altra campana?

«Dice che siamo all'inizio della fine, la distruzione del legame. Gli Usa lasceranno l'Europa e consegneranno la Nato alla gestione degli europei».

 

Da che parte sta Charles Kupchan?

«Sto con la prima opzione. Mi sembra difficile immaginare che Trump voglia passare alla storia come il presidente che ha perso l'Ucraina, smantellato l'Occidente per semplici questioni di ego. Credo che siamo all'inizio di un percorso accidentato, non davanti a un burrone. Renderà l'Europa più forte, e le relazioni transatlantiche resteranno più o meno le stesse».

 

Sui rapporti pesano anche le probabili tariffe, che Trump ha promesso di imporre il 2 aprile…

VERTICE A PARIGI - ELISEO

«Se Trump mantiene le promesse elettorali, ovvero tariffe a Messico e Canada del 25%, 60% alla Cina, 25% all'Europa, sarà uno choc per l'economia globale, le ripercussioni saranno enormi e una guerra commerciale su scala globale è inevitabile. Si tornerebbe agli anni '30, al proliferare del nazionalismo. Per ora il presidente è stato ondivago fra imposizione di tariffe e poi pause, ma il risentimento è già palpabile in Messico e Canada. Attenzione al contraccolpo interno. Saliranno i prezzi a Target, Home Depot, Walmart dove gli americani, e i suoi elettori, vanno.

 

Credo che alla fine, dinanzi a proiezioni di aumento dei prezzi del cibo, delle uova del carburante, Trump si muoverà con più cautela. Ha vinto le elezioni anche grazie all'inflazione che Biden-Harris non sono riusciti a gestire. Non credo i repubblicani vorranno mettersi nella stessa situazione».

VERTICE A PARIGI - GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRONCharles Kupchan