von der leyen putin

L’EUROPA SI ARMA! (MA CON QUALI SOLDI?) - URSULA VON DER LEYEN FA CAPIRE ALL'EUROPARLAMENTO CHE L’UE NON PUO’ SENTIRSI AL SICURO: “LA MINACCIA DI GUERRA POTREBBE NON ESSERE IMMINENTE, MA NON È IMPOSSIBILE. DOBBIAMO PRODURRE PIÙ MUNIZIONI" - MA COME? PER L'INTERA STRATEGIA INDUSTRIALE DELLA DIFESA NON C'È INTESA SUI FONDI NÉ SULLA LORO ORIGINE (SI FINANZIERA’ CON GLI EUROBOND, EMETTENDO DEBITO COMUNE?) - LA COMMISSIONE SEGNALA CHE “LA STRAGRANDE MAGGIORANZA” DEI SISTEMI DI DIFESA VIENE ACQUISTATA DA INDUSTRIE EXTRA UE…

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”

 

putin ursula von der leyen

In un contesto di crescenti tensioni con la Russia, l'Europa prepara il suo piano per quella che è già stata definita «un'economia di guerra» e che prevede un potenziamento dell'industria militare per «spendere di più, spendere meglio e spendere in modo europeo» […] Ursula von der Leyen ne ha parlato ieri al Parlamento di Strasburgo […] Von der Leyen ha ricordato che «la minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile».

 

Thierry Breton

E che dunque bisogna «essere preparati», per questo è necessario «ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri». La Commissione ha messo a punto una Strategia per la difesa europea che, dopo diversi rinvii, dovrebbe essere approvata la prossima settimana. Nel piano viene delineato il nuovo meccanismo per gli appalti congiunti di armi «proprio come abbiamo fatto con i vaccini o con il gas naturale» ha spiegato von der Leyen.

 

In parallelo, l'Ue punta a raddoppiare nel giro di un anno la produzione di munizioni: l'obiettivo è arrivare a due milioni di proiettili l'anno entro la fine del 2025. Se per quest'ultimo target dovrebbero esserci le risorse, per l'intera strategia industriale ancora non c'è intesa sui fondi che saranno messi sul piatto. Né sull'entità, né tantomeno sull'origine di quelle risorse, che secondo alcuni governi dovrebbero essere raccolte attraverso eurobond emettendo debito comune. Nei due documenti che saranno adottati dal collegio dei commissari, una comunicazione e un regolamento, non c'è infatti traccia delle cifre.

emmanuel macron ursula von der leyen 5

 

Thierry Breton, commissario all'Industria responsabile della Difesa, non ha perso l'occasione per lanciare una doppia stoccata, alla sua presidente von der Leyen, ma non solo. «Per una Difesa europea credibile – dice il francese – dobbiamo anche avere un'adeguata ambizione di bilancio. A parte Emmanuel Macron, Kaja Kallas e Alexander de Croo, non sento parlare abbastanza i leader europei su questo tema».

 

Quindi l'affondo diretto a von der Leyen, che in occasione della sua ricandidatura aveva proposto di designare un commissario per la Difesa. «Per crearlo – continua Breton – bisognerebbe modificare i trattati. Questo ovviamente non è attualmente fattibile. E quindi se la questione è di avere un commissario per l'industria della Difesa, mi sembra che ce ne sia già uno...». Un clima che è indice dell'aria pre-elettorale […]

URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY

 

Nel piano della Commissione, la partecipazione agli acquisti comuni sarà su base volontaria, ma i Paesi saranno incentivati, per esempio attraverso l'esenzione dell'Iva. Verrà fissata una quota minima di acquisti che andranno fatti congiuntamente: nella bozza del documento la cifra è ancora coperta da una "X" perché al momento oggetto di discussione.

 

Per quanto riguarda il "buy european", la Commissione segnala che «la stragrande maggioranza» dei sistemi di difesa viene acquistata da industrie extra Ue: l'obiettivo del piano è di portare la quota del mercato europeo a un livello «tra un terzo e la metà» del totale entro il 2035 (ma quest'ultima data potrebbe essere ancora oggetto di cambiamenti). Tra le altre cose, la nuova strategia prevede anche di includere l'Ucraina nell'Edtib, vale a dire la base industriale e tecnologica di Difesa dell'Ue.

volodymyr zelensky e ursula von der leyen a kiev

 

Parlando al Parlamento di Strasburgo, von der Leyen ha poi lanciato una proposta in merito all'utilizzo degli extraprofitti che sono stati generati dai beni russi congelati. Da tempo è in corso una riflessione all'interno dell'Ue sul tema, soprattutto a livello giuridico: ora che sembra esserci un'intesa a livello del G7, la presidente della Commissione suggerisce di destinare queste risorse all'acquisto congiunto di equipaggiamenti militari per l'Ucraina. In sostanza le armi per Kiev verrebbero finanziate con i soldi russi: una mossa, ancora tutta da definire, dall'elevato valore simbolico. […]