DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Mariella Caruddu per "il Messaggero"
Sono condanne pesanti quelle emesse ieri per gli scontri che devastarono Roma lo scorso 15 ottobre. Proprio nel giorno in cui il capo della Polizia, Antonio Manganelli ha segnalato in Parlamento il rischio di un salto di qualità negli attentati anarcoinsurrezionalisti, il gip di Roma Annamaria Fattori ha condannato a cinque anni di reclusione Giuseppe Ciurleo e a 4 anni Lorenzo Giuliani, accogliendo al termine di un giudizio abbreviato le richieste del pm Ilaria Calò.
Colpevoli, dunque. Colpevoli di aver lanciato pietre e altri oggetti contro carabinieri e polizia, colpevoli di essersi infiltrati nel corteo pacifico degli Indignati, un corteo che quel sabato mattina è stato trasformato in una guerriglia urbana che ha messo a ferro e a fuoco la Capitale.
Le manette per i due ventenni romani erano scattate poco dopo lo scioglimento della manifestazione in piazza San Giovanni. Insieme a loro erano finite nei guai altre dieci persone: tutte giovanissime, tutte accusate di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Lo stesso capo di imputazione contestato qualche ora dopo al ventitrenne romano Fabrizio Filippi, per tutti Er Pelliccia, incastrato da una telecamera che lo ha ritratto mentre scagliava per aria un estintore. Per lui, dopo ventitré giorni trascorsi in una cella di Regina Coeli, il gip ha disposto, nel novembre scorso, la scarcerazione condizionata dall'obbligo di firma.
Giuseppe Ciurleo e Lorenzo Giuliani, invece, sono rimasti agli arresti domiciliari in attesa della decisione del giudice. Anche loro, come Er Pelliccia, alla fine di ottobre erano stati trasformati in un piccolo caso mediatico. All'indomani della decisione del giudice delle indagini preliminari che il 19 ottobre confermava la custodia cautelare in carcere, i difensori dei due ragazzi avevano prodotto un video che avrebbe dovuto provare la loro innocenza.
Pochi secondi confusi in cui una signora affacciata alla finestra di un palazzo, gridava «Non li arrestate, non sono loro i violenti». Il video per giorni è stato protagonista del web, ma non è bastato a convincere il giudice che ha creduto alla ricostruzione proposta dagli investigatori. Giuseppe Ciurleo e Lorenzo Giuliani, secondo il gup, quella mattina di ottobre, erano consapevoli di ciò che stava accadendo.
Black bloc mimetizzati tra le migliaia di persone comuni che, invece, avrebbero solo voluto esprimere il proprio malcontento in maniera pacifica. Black bloc armati di pietre e bastoni che non hanno esitato a distruggere vetrine, bruciare auto e scagliarsi contro le forze dell'ordine che, poco dopo, li hanno arrestati. In quella serata di rabbia e follia, mentre a terra restavano le macerie di una battaglia, finiva in cella anche Giovanni Caputi, barese di 22 anni, condannato lo scorso novembre a tre anni e quattro mesi di reclusione.
Restano in attesa di giudizio, invece, Alessandro Venuto, ventiquattrenne romano e il suo fratello maggiore Giovanni, Robert Scarlett, 21 anni, rumeno; Ilaria Ciancamerla, 21 anni di Sora; Valerio Pascali, 21 anni della provincia di Brindisi; Stefano Conigliaro, 22 anni di Catania; Alessia Catarinozzi, 26 anni di Alatri, in provincia di Frosinone, Alessandra Orchi, 29 anni di Roma e Leonardo Serena, 21 anni, quest'ultimo tornato in libertà poche ore dopo il fermo.
Per loro la sentenza deve ancora essere scritta. Intanto il giudice Anna Maria Fattori, al termine dell'udienza di ieri mattina, ha rigettato le richieste di costituzione di parte civile presentate dal Comune di Roma, dall'Ama e dall'Atac, per i presunti danneggiamenti subiti durante la manifestazione da cassonetti e autobus.
incappucciati - BLACK BLOC A ROMABLACK BLOC A ROMABLACK BLOC IN AZIONE A ROMA BLACK BLOC CON UN ESTINTORE BLACK BLOC a ROMABLACK BLOC a ROMASCONTRI A PIAZZA SAN GIOVANNIBRUCIA LE BANCHE - BLACK BLOC iN VIA CAVOUR
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