VESPA REGINA - AUGUSTA IANNINI, ‘MARITA’ DEL SEMPITERNO BRUNEO, SI SCHERMISCE PER LA SUA NOMINA ALLA PRIVACY: “E PENSARE CHE IO VOLEVO TORNARE IN MAGISTRATURA” - LA DECISIONE DEL BANANA (O DI LETTA?) DI ELEGGERLA HA CREATO TRAMBUSTO IN QUEL CHE RIMANE DEL PDL, GIÀ PRONTO A VOTARE PER ENRICO COSTA - C'È CHI FA NOTARE CHE POTREBBE TROVARSI A DOVER GIUDICARE EVENTUALI VIOLAZIONI COMMESSE DAL MARITO...

Dino Martirano per il "Corriere della Sera"

«Cosa pensa mio marito? "Speriamo che ora farai una vita più tranquilla". Questo ha detto della mia elezione alla Privacy....». Il giudice Augusta Iannini, sposata con il giornalista Bruno Vespa, ci scherza su e teorizza che «le mogli devono tornare a casa prima dei mariti perché, altrimenti, quelli, alla lunga, si innervosiscono...».

E per anni lei - «la signora delle inchieste», «la zarina» e via almanaccando - ha tirato tardi in ufficio: prima in tribunale e poi, dal 2001, al ministero della Giustizia dove ha lavorato a fianco di ben sei Guardasigilli. Castelli, Mastella, Scotti, Alfano, Nitto Palma e Severino.

Con l'attuale ministro, poi, il rapporto affonda le radici nell'anno '96 quando il gip Iannini, difesa dall'avvocato Severino, appunto, fu coinvolta nella famosa vicenda «toghe chiacchierate» del Bar Tombini: «Tutto archiviato, su richiesta di Silvia Della Monica (la senatrice del Pd che allora era pm a Perugia, ndr) mentre la nomina dell'avvocato dimostra quanto siano cordiali i rapporti con la Severino. Checché ne dicano le malelingue».

Eppure la scelta a sorpresa di Silvio Berlusconi di indicare la Iannini per la poltrona della Privacy (un incarico di 7 anni) ha messo a soqquadro il Pdl: i cui parlamentari erano convinti di dover votare per il deputato-sherpa Enrico Costa (un sabaudo, figlio del liberale Raffaele Costa) il quale, capito il messaggio, ha fatto un passo indietro «per senso di responsabilità» nonostante i 100 deputati pronti a sottoscrivere la sua candidatura. Ma l'opzione Iannini ha comportato anche un altro aggiustamento.

Lei, fuori ruolo dal 2001, presto sarebbe dovuta tornare ad indossare la toga in forza dell'emendamento Giachetti che sta per essere approvato con il ddl anticorruzione: così, solo 48 ore fa, proprio il ministro Severino ha riformulato quel testo e tra gli organi che possono allungare sine die la permanenza dei magistrati fuori ruolo (oltre il Quirinale, la Consulta e il Csm) ecco spuntare gli organismi giurisdizionali internazionali e, appunto, le autorità indipendenti.

«E pensare che io sarei voluta tornare in magistratura», commenta ora la Iannini respingendo anche la semplice allusione a un emendamento ad personam. Di recente lei - Premio Belisario, Legion d'onore, artefice in passato delle 13 estradizioni di ex terroristi rifugiati in Francia (comprese quella di Persichetti e quella, inevasa, di Battisti) - ha fatto domanda per la presidenza del tribunale di Tivoli, per la presidenza di una sezione del tribunale di Roma, per la Procura generale della Cassazione, ma non ha avuto soddisfazione dai colleghi togati del Csm.

Per cui eccola qua, Augusta Iannini, nel nuovo ufficio di Piazza Montecitorio dalle cui finestre si vede fin dentro la Camera. La sua nomina «è fastidiosamente inopportuna - argomenta Pancho Pardi (Idv) - perché potrebbe trovarsi nella situazione di dover giudicare eventuali violazioni della privacy commesse dalla trasmissione del marito». Lui, Bruno Vespa, replica con una battuta: «Siamo laureati entrambi con una tesi sul diritto alla riservatezza. Ma all'università mia moglie era più brava di me».

 

BRUNO VESPA E AUGUSTA IANNINIe BRUNO VESPA E MOGLIE AUGUSTA IANNINI SILVIO BERLUSCONI PANCHO PARDIMINISTRO PAOLA SEVERINO