DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Matteo Ghisalberti per “La Verità”
L’immagine del presidente francese Emmanuel Macron ha preso ieri due brutti colpi. Nel giro di poche ore, sono tornati alla ribalta due vecchi dossier: l’affaire Benalla e la questione dell’autonomia della Corsica.
La Corte d’appello di Parigi ha condannato ieri l’ex collaboratore dell’Eliseo, Alexandre Benalla, a tre anni di carcere per aver aggredito violentemente alcuni manifestanti, durante la festa del 1° maggio 2018.
Tutta la vicenda era nata dopo la diffusione di alcuni spezzoni di un video che mostrava colui che era, all’epoca, uno dei membri della cerchia presidenziale, intento a picchiare alcuni partecipanti alle manifestazioni della festa del lavoro. […]
Insieme a lui, sempre nel video, si vedeva anche Vincent Crase, un altro personaggio della galassia macronista che, in quel periodo, era dipendente de La République En Marche, il partito fondato da Macron poi ribattezzato Rénaissance. Benalla si era ritrovato al centro di un’inchiesta parlamentare e di procedimenti ulteriori giudiziari.
Attualmente colui che è stato uno dei protagonisti della sicurezza di Macron è sotto processo anche per uso improprio di passaporti diplomatici, per aver dichiarato il falso in una lettera volta ad ottenere un passaporto di servizio, nonché per il porto illegale d’armi.
[…] Tornando al processo per i fatti del 1° maggio 2018, l’ex collaboratore dello staff presidenziale francese ha detto di aver compiuto dei gesti «fatti male» dal punto di vista tecnico. Inoltre ha definito le sue azioni come un modo per «fermare» degli «aggressori» di agenti delle forze dell’ordine. Benalla ha anche spiegato che il suo comportamento era dettato da un «riflesso civico».
Come detto, l’immagine dell’attuale capo dello Stato francese ieri è stata oscurata anche da un colpo di coda inatteso. Per comprendere meglio bisogna tornare a giovedì, durante la visita ufficiale di Macron in Corsica. Davanti al parlamentino regionale dell’isola, il leader transalpino aveva dichiarato di essere aperto alla «costruzione di un’autonomia alla corsa».
[…] Quello che […] non immaginava Macron, mentre pronunciava il discorso davanti ai corsi, era che altre regioni transalpine prendessero la palla al balzo per ottenere maggiore autonomia. Ieri, la prima a muoversi è stata la Bretagna per voce del suo presidente Loig Chesnais-Girard. Il numero uno di questa regione, con una forte identità nonché una cultura e una lingua simile a quelle dei popoli celtici, ha dichiarato di aver «sentito il presidente della Repubblica parlare di più libertà, di autonomia per la Corsica, per agire in ambiti importanti come la politica abitativa, le lingue e altri temi. Ebbene, noi chiediamo la stessa cosa». Anche il presidente dell’Occitania, Carole Delga ha accolto «piuttosto positivamente» le parole di Macron […].
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