
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Stefano Montefiori per âIl Corriere della Sera'
L'uomo, studioso e ammiratore di Napoleone, è noto per la grandeur dei discorsi (il più celebre contro la guerra in Iraq all'Onu nel 2003), della carriera (è stato ministro degli Esteri, dell'Interno e premier senza essere mai stato eletto a nulla) e delle passioni (la sua collezione di libri antichi gli ha fruttato 3 milioni di euro all'asta dell'anno scorso). Grandeur anche nella liquidazione: a settembre Dominique René Galouzeau de Villepin sarebbe tornato a lavorare al Quai d'Orsay per un solo giorno, quanto è bastato per intascare 100 mila euro di buonuscita.
La notizia pubblicata dal quotidiano inglese The Telegraph non è stata smentita davvero ma ha ispirato una serie di precisazioni che mettono ancora più in imbarazzo l'ex prediletto di Jacques Chirac e nemico storico di Nicolas Sarkozy. «Si è trattato di un errore amministrativo - ha puntualizzato il portavoce Daniel Arlaud -, e il signor Villepin è stato il primo a chiedere che venisse corretto appena se ne è accorto».
La categoria del «a mia insaputa» sembra farsi strada anche in Francia, ma il Telegraph ribatte che un documento ufficiale dimostrerebbe come sia stato proprio Villepin a proporre questo tipo di accordo al ministero degli Affari esteri, suo datore di lavoro fino al 1993 (nelle ambasciate di Usa e India).
Una fonte del Quai d'Orsay precisa che la somma in realtà è pari a un anno di retribuzione di un alto dirigente: probabilmente 70 mila euro, quindi, e non 100 mila. Resta il fatto che in un clima sociale avvelenato dalle tasse imposte ai comuni cittadini e dai tagli della spesa pubblica, fa scalpore che lo Stato trovi tanti soldi per pagare ulteriormente uno dei suoi servitori più fortunati.
«Un decreto dell'8 giugno 2011 prevede che i quadri superiori del ministero degli Affari esteri possano lasciare definitivamente l'amministrazione in anticipo - spiega il portavoce del Quai d'Orsay, Romain Nadal -. Villepin ha chiesto nel settembre 2013 di beneficiare di questo trattamento, e la sua domanda è stata accolta». Nessuna illegalità , quindi, e in quel giorno di settembre Villepin potrebbe essere tornato al ministero per presentare la sua legittima richiesta. Ma allora, perché il suo portavoce parla di «errore amministrativo»? E perché viene evocato un rimborso che nessuno al Quai d'Orsay vuole confermare?
La personalità di Villepin è tornata in primo piano nei mesi scorsi perché protagonista suo malgrado del film - tra commedia e parodia - «Quai d'Orsay» di Bertrand Tavernier: accanto all'avvenente consigliera interpretata da Julie Gayet (nuovo amore del presidente François Hollande), il ministro riesce a conquistare la maggioranza al Consiglio di sicurezza Onu a colpi di irresistibile magniloquenza.
Naturalmente il Front National, tramite Florian Philippot, chiede che ogni centesimo venga restituito. All'Ena, la scuola delle élite francesi di destra e di sinistra, Villepin era compagno di corso del presidente Hollande (e di Ségolène Royal): nell'epoca dei sacrifici imposti a tutti o quasi, lo scandalo dei 100 mila euro per un giorno non ci voleva.
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