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Maurizio Molinari per LaStampa.it
Boehner apre il negoziato sul debito e Obama pone come condizione la fine dello shutdown. Inizia così la trattativa fra Congresso e Casa Bianca dopo 10 giorni di stallo. John Boehner, presidente della Camera dei Rappresentanti e leader dei repubblicani al Congresso di Washington, compie la prima mossa, tendendo la mano alla Casa Bianca sulla crisi del debito: «E' arrivato il momento di trovare una soluzione».
La proposta a Barack Obama è nel testo di una legge che aumenta il tetto del debito per un periodo di appena 6 settimane al fine di creare uno spazio negoziale per raggiungere un accordo di lungo termine non solo per scongiurare il default ma anche per arrivare ad una ripresa delle attività del governo, paralizzato da uno "shutdown" arrivato al decimo giorno.
«Il presidente aveva detto di non voler trattare sul tetto del debito - ha detto Boehner - e questa offerta può essere accettata subito, senza negoziati». A renderla accattivante per i democratici è il fatto di non includere ulteriori tagli al bilancio federale.
La reazione iniziale della Casa Bianca arriva con il portavoce Jay Carney: «Si tratta di un segnale incoraggiante, il presidente è lieto di aver ricevuto l'offerta di accordo sul debito e vuole ora conoscerne i particolari» anche se «l'auspicio è per un aumento del tetto del debito più a lungo». Anche i leader democratici al Congresso aprono ma ponendo condizioni. Una sopra a tutte.
«Possiamo discutere la proposta di Boehner solo se includerà anche la ripresa del finanziamento delle attività del governo» afferma Harry Reid, capo della maggioranza al Senato.
Quando Barack Obama incontra Boehner in tarda serata nello Studio Ovale fa propria la posizione di Reid: «Niente accordo senza la fine dello shutdown del governo». Gli indici di Wall Street reagiscono con un balzo in avanti ai primi negoziati fra i due fronti che tornano a parlarsi, anche se le differenze restano.
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