RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Antonio G.Rebuzzi per "Il Messaggero"
Professore di Cardiologia Università Cattolica- Policlinico Gemelli Roma
Quanto ha influito il Covid sul cuore? Abbiamo scritto più volte dei danni del virus sul muscolo cardiaco. Nei pazienti infetti si sono registrate varie patologie, dalla miocardite (infiammazione delle cellule muscolari con, a volte, morte delle cellule stesse) alla pericardite (infiammazione del foglietto che avvolge il cuore) con successivo versamento pericardico. Si è parlato delle aritmie, più o meno pericolose, che spesso si associano all'infezione da Covid.
L'INFARTO Infine, molto si è discusso dell'importanza di alcuni farmaci antipertensivi nel facilitare l'ingresso del virus. Tutto ciò riguarda l'effetto diretto dell'infezione sul cuore. In un recente articolo del Journal of American Medical Association, Ahmad Jabri e coll. del Department of Cardiovascular Medicine della Cleveland Clinica (Ohio) hanno analizzato un particolare aspetto delle conseguenze dello stress psicologico, sociale ed economico provocato dal Covid-19: la cosiddetta cardiomiopatia da stress o Sindrome di Takotsubo.
Questa patologia, spesso indotta dallo stress, è caratterizzata da una sintomatologia molto simile all'infarto con dolore, sensazione di morte imminente, alterazioni della contrattilità cardiaca e dell'elettrocardiogramma tipiche dell'infarto. Con due differenze: 1) le arterie coronarie sono completamente normali e il danno sembra essere legato ad uno spasmo delle microscopiche arteriole che partono dalle coronarie per irrorare le singole cellule cardiache 2) il danno è spesso (anche se non sempre) reversibile.
I GRUPPI Gli autori hanno analizzato 2000 pazienti ricoverati dal 2018 ad oggi nelle unità coronariche degli ospedali afferenti alla Cleveland Clinic e li hanno divisi in due categorie: i ricoverati nel periodo pre-Covid e i pazienti ammessi nel periodo Covid (marzo-aprile 2020).
Non vi erano differenze significative tra i due gruppi, sia per quanto riguarda l'età dei pazienti, sia per le patologie associate (tranne una maggiore presenza di ipertesi nel gruppo del periodo-Covid). A fronte di questo si è registrata una media dell'1,5% di pazienti con cardiomiopatia da stress nel periodo pre-Covid e di circa l'8% nel periodo-Covid.
Oltre a ciò si è registrato un allungamento di quasi il doppio del ricovero nel periodo Covid, non in relazione al danno cardiaco. Le ipotesi: 1) il Covid-19 agisce direttamente sui piccoli vasi, oltre che sulle cellule muscolari cardiache, causandone uno spasmo generalizzato 2) l'origine va ricercata nella paura di contrarre l'infezione e nello stress causato dal cambiamento di vita (isolamento sociale, bombardamento mediatico, distacco dai propri cari, mascherine, paura per il futuro nostro e dei nostri cari ecc). Questa ritengo essere la tesi più probabile.
Come già nel XVII secolo chiariva il medico inglese William Harvey ogni affezione della mente che si manifesti con speranza o con paura è causa di una agitazione la cui influenza si estende al cuore.
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