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(ANSA) - Cellule della retina tornano a 'vedere' dopo la morte: trattate entro cinque ore dal decesso del donatore, hanno riacquistato la capacità di percepire la luce e di sparare segnali per comunicare. Il risultato è pubblicato sulla rivista Nature dai ricercatori del John A. Moran Eye Center all'Università dello Utah, in collaborazione con i californiani Scripps Research Institute e Salk Institute for Biological Studies, e l'Università svizzera di Berna.
Questo successo, osservano gli autori della ricerca, pone nuovi interrogativi sul concetto di irreversibilità della morte per le cellule del sistema nervoso e allo stesso tempo apre nuove prospettive di cura per le malattie neurodegenerative, inclusa la degenerazione maculare senile che colpisce la vista con l'avanzare dell'età. Lo studio suggerisce che la privazione di ossigeno è il fattore chiave che inibisce la capacità di comunicare delle cellule della retina.
Per questo i ricercatori hanno sviluppato un'innovativa unità di trasporto per gli organi da donatore che fornisce agli occhi la corretta ossigenazione e altri preziosi nutrienti. Grazie a questo dispositivo "siamo stati in grado di risvegliare le cellule fotorecettrici della macula, la parte della retina responsabile della nostra visione centrale e della nostra capacità di vedere i dettagli e i colori", spiega Fatima Abbas, prima autrice dello studio. "Negli occhi, ottenuti entro cinque ore del decesso del donatore, queste cellule hanno risposto a luce intensa, a luci colorate e persino a lampi di luce molto deboli".
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