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MONTAGNIER REGALA ORGASMI MULTIPLI AI COMPLOTTISTI - VIDEO: IL PREMIO NOBEL CHE SCOPRÌ L'HIV HA SCOPERTO PEZZI DI QUEL VIRUS PURE NEL COVID-19, CHE SECONDO LUI SAREBBE STATO MANIPOLATO IN LABORATORIO. LA COMUNITÀ SCIENTIFICA LO SMENTISCE: ''QUELLE STESSE SEQUENZE SI TROVANO IN ALTRI VIRUS'' - LA RICOSTRUZIONE DELLO SCIENZIATO NON È PERÒ MEFISTOFELICA: ''STAVANO CERCANDO UN VACCINO PER L'HIV E GLI SARÀ SCAPPATO DAL LABORATORIO''. QUESTO È GIÀ PIÙ PROBABILE…

 

Leonardo Martinelli per www.lastampa.it

 

Il virus del Covid-19 sarebbe stato fabbricato in laboratorio a partire da quello dell’Aids (Vih). La «notizia» gira da giorni in rete, soprattutto nei canali più propensi al cospirazionismo. D’altra parte l’affermazione proviene all’origine da Luc Montagnier, 87 anni, famoso virologo francese, che nel 2008 venne insignito del nobel per la Medicina, proprio per la sua partecipazione alle ricerche che portarono alla scoperta del virus di Hiv. Il professore lo ha affermato in un’intervista al sito Pourquoidocteur.fr e lo ha poi ripetuto in diretta alla tv Cnews.

 

 

LUC MONTAGNIER

Una premessa: non è la prima volta che Montagnier crea un certo scalpore nell’ambiente scientifico. È così praticamente dal 2010, con una serie di tesi iconoclaste, vedi una supposta origine microbica dell’autismo, senza contare la sua crociata contro i vaccini (questa, nel 2017, gli ha valso una petizione firmata da un centinaio di medici, che hanno definito «pericolose» le sue dichiarazioni).

 

Detto questo, sul coronavirus Montagnier ha affermato su Cnews che «c’è stata una manipolazione sul virus: almeno una parte, non la totalità. C’è un modello, che è il virus classico, che proviene soprattutto dai pipistrelli, ma al quale sono state aggiunte delle sequenze del Hiv». «In ogni caso non è naturale – ha proseguito -, è un lavoro di professionisti, di biologi molecolari. Con quale obiettivo? Non lo so. Un’ipotesi è che abbiano voluto concepire un vaccino contro l’Aids».

 

Nelle sue interviste Montagnier cita lo studio di un gruppo di ricercatori dell’Indian Institute of Technology di New Delhi, che ha sottolineato «una strana somiglianza» e che «ha poche possibilità di essere fortuita» nelle sequenze di aminoacidi di una proteina del Sars-CoV-2, virus responsabile del Covid-19, e di quello del Vih-1, principale responsabile dell’Aids. Lo studio, però, che non è stato pubblicato da nessuna riconosciuta rivista scientifica, è stato fortemente criticato da diversi scienziati.

Luc Montagnier

 

Hanno sottolineato che quelle sequenze sono relativamente banali e sono presenti in diversi virus. Alla fine sono stati gli stessi ricercatori indiani a ritirare dalla circolazione il loro studio. La comunità scientifica Massive Science ha già individuato una quindicina di virus che inglobano la stessa sequenza comune al Vih-1 e al Sars-CoV-2, compreso un virus delle api e un altro delle patate dolci. Secondo Gaetan Burgio, genetista dell’Australian National University, intervistato dal quotidiano Le Monde, «la sequenza comune è corta. Se ci fossero stati degli inserimenti voluti di sequenze del Vih, sarebbero state molto più grandi. Si tratta di una coincidenza».

 

Resta il dubbio sull’origine «artificiale» del coronavirus. Può essere il frutto di una manipolazione genetica, come indica Montagnier? I virus di fabbricazione umana esistono, ma a proposito di quello del Covid-19 bisogna restare cauti: già diversi specialisti sono intervenuti escludendo che si tratti di un virus artificiale. «Assomiglia troppo a qualcosa di naturale», ha dichiarato ancora a «Le Monde» Etienne Simon-Loriere, ricercatore all’Istituto Pasteur. «Per creare in maniera artificiale un virus così grande – ha sottolineato – ci vogliono conoscenze tecniche di cui pochi laboratori dispongono nel mondo, meno di una decina. E appare poco plausibile che degli scienziati abbiano potuto creare un virus che interagisce così bene con il recettore Ace2 (attraverso il quale s’installa nel corpo umano), mentre questo meccanismo non era mai stato osservato in precedenza».

LUC MONTAGNIER

 

Invece, diversi studi (cinesi, ma non solo) indicano che il virus del Covid-19 sia di origine animale (pipistrello o pangolino o entrambi). E non si esclude che sia stato studiato nel Wuhan Institute of Virology (Wiv), inaugurato nel 2017. E da lì, proprio per un incidente in un laboratorio (anche una semplice fiala caduta a terra) avrebbe potuto trasmettersi all’uomo e dilagare. E il Wiv (qui si ritorna alla Francia) è nato grazie alla cooperazione tra Pechino e Parigi (che lo ha in parte finanziato e soprattutto ha fornito il know how per la sua costruzione). Peccato, però, che i francesi ne siano poi stati in maniera misteriosa estromessi.

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