VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
E. Sa. per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"
Helmut Newton: bravo, bravissimo. Audace, audacissimo con tanti suoi scatti un po' porno-erotici-sado con predilezione per coppie al femminile. Osannato, osannatissimo. Pubblicato, pubblicatissimo. Scandaloso, scandalosissimo (ai tempi). Glamour quando ancora questo termine si usava poco.
E inventore di un'estetica tutta sua e immediatamente riconoscibile tra amplessi, frustini, genuflessioni, residenze sontuose e suite d'hotel di lusso; un'estetica che magari oggi appare un po' datata, ma che ha fatto di lui un maestro assoluto nel suo genere, idolatrato in particolare dal mondo della moda, dagli stilisti, dai coiffeur di grido e dal nutrito panteon di celebrities che lui stesso ritrasse: Andy Warhol, Karl Lagerfeld, Paloma Picasso, Nastassia Kinsky...
Di certo anche uno dei fotografi più visti al mondo, e da tanti anni. E uno dei nomi più famosi, ma anche più facili, con cui richiamare un grandissimo pubblico. Ed è infatti quasi certo che saranno in tanti a visitare, da oggi e fino al 21 luglio al Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale, questa mostra dal titolo «Helmut Newton a Roma: White Women, Sleepless Nights, Big Nudes», con addirittura 200 immagini dell'artista scomparso nel 2004 per un improvviso infarto, mentre era al volante di una sfavillante Cadillac lungo il Sunset Boulevard, il viale del Tramonto, di Los Angeles (anche la morte, nel caso del «divino» Newton, sembra quasi far parte di una sceneggiatura).
Proporzioni e numeri monumentali dunque (ma solo quelli) per questa bella mostra che il Palaexpò non ha prodotto ma che accoglie, unica tappa italiana, dopo il Museum of Fine Arts di Houston e il Museum für Fotografie di Berlino (e chissà se anche lì, propagandando a gran voce le 200 immagini esposte hanno però acquistato i diritti di riproduzione per la stampa relativamente a sole cinque immagini e tutte in bianco e nero). Comunque sia: la rassegna si chiama Helmut Newton.
E mostra Helmut Newton (ma sempre per via dei diritti piuttosto salati da pagare si è scelto di non fare un catalogo, tanto di libri sull'artista ne esistono a migliaia) tramite un'antologia di immagini a colori e in bianco e nero molto Vogue-atmosfera, dall'inconfondibile lessico visivo e tutte tratte dai primi tre libri che Newton pubblicò dalla metà degli anni 70 (da qui il titolo della mostra).
Nel 1976, già celebre, a 56 anni stampò infattiWhite Women, seguito da Sleepless Nights (1978) e da Big Nudes (1981), scatti che ora la mostra romana «riunisce» con immagini tutte ristampate (ma «sotto la supervisione della moglie June»). La mostra è promossa da Roma Capitale-Assessorato alle Politiche Culturali, Azienda Speciale Palaexpo e Helmut Newton Foundation, in coproduzione con Civita.
(Tel. 06.39967500, da martedì a domenica 10-20, venerdì e sabato fino alle 22.30).
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