anzio villa nerone

SCEMPIO SUL LITORALE - OCCUPATE ABUSIVAMENTE LE GROTTE DELLA VILLA DI NERONE AD ANZIO: ALL’INTERNO SDRAIO, MATERASSI E PERSINO UN CARTELLO “ATTENTI AL CANE”: L’ANTICA REGGIA E’ DIVENTATA UNA BARACCOPOLI

Valeria Costantini per il “Corriere della Sera - Roma”

 

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Una villa di proporzioni monumentali, con spettacolare strapiombo sul Tirreno: un sito archeologico da far invidia ai tesori della Capitale ma deturpato da baraccopoli e discarica.

 

È da sempre amaro il destino riservato alla domus che l' imperatore Nerone volle costruire ad Anzio. Il mare strappa ogni anno pezzi della villa che si erge sontuosa sulla costa sud di Roma, il degrado la sommerge puntualmente senza un progetto di valorizzazione e tutela da parte delle istituzioni. L' ennesimo sfregio per il complesso ampio 800 metri - risalente al I secolo a.C. - è l' occupazione abusiva e continuata delle suggestive grotte.
 

Per paragone: è come se degli sbandati si mettessero a vivere nel Colosseo tra il silenzio generale. Il gruppo di ignoti si è letteralmente appropriato di una fetta della spiaggia, creando un mini-camping: ombrelloni, sdraio, materassi e persino nastri e cartelli con avviso «attenti al cane» per allontanare i bagnanti. Il lido infatti è aperto al pubblico e di facile accesso dal pendio dove è situato il Museo dedicato alla villa.

 

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«Nonostante i nostri interventi e quelli dei cittadini, la spiaggia continua ad essere abbandonata all' incuria. - denuncia infatti lo scempio il Comitato Tutela Villa e Grotte di Nerone - Questo orrore va urgentemente rimosso, se qualcuno che occupa ha bisogno di sostegno sociale si intervenga, ma così la situazione non può rimanere».

 

Non è la prima ferita inferta alla villa di Nerone e segnalata dal Comitato, che è riuscito a creare un precedente unico per la tutela di un bene archeologico, proponendo alla Regione Lazio il riconoscimento del complesso come Monumento Naturale. La battaglia era a buon punto e avrebbe permesso la creazione di un patrimonio dal doppio valore: storia incastonata nella natura.

 

Poi, ovviamente, la burocrazia si è paralizzata. «La mozione del progetto, trasformata a dicembre 2015 in articolo nella Legge di stabilità attende ancora di divenire esecutiva. Zingaretti se ci sei batti un colpo», hanno lanciato l' appello i fondatori del comitato di Anzio, Silvia Bonaventura, Chiara Di Fede e Francesco Silvia, chiamando in causa anche Sovrintendenza e Comune. Oltre al danno poi c' è la beffa finale.

 

Nel 2014 la Regione bloccò il cantiere per la creazione dei moli a protezione della Villa, perché sulla ditta esecutrice pendeva un' interdittiva antimafia. Tutto fermo da allora. Mentre le forze del mare imperversano sulle vestigia imperiali delle grotte e il lassismo degli uomini lasciano morire un patrimonio millenario.

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