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Alessandra Mammì per Dago-art
Viva le coppie di artisti. L'unione fa la forza creativa: i decani Gilbert&George da sculture viventi degli inizi son diventati un monumento vivente della creatività di coppia. E altro storico esempio , il più eccentrico forse, è appena sbarcato a Milano: David McDermott and Peter McGough nati l'uno a Hollywood l'altro nei paraggi di NewYork.
Si son conosciuti all'università fine Settanta primi Ottanta del secolo scorso, non si sono più lasciati. Hanno capito di essere fatti l'uno per l'altro, e che la loro unione non era di questo mondo. Quindi ne hanno costruito un altro, entrando in una macchina del tempo e spostando all'indietro le lancette di qualche lustro.
Vestendosi in perfetto stile edoardiano di redingote e ghette, cilindri e mezze tube, gilet a sei bottoni, cravatte ascot e colli inamidati, rifiutandosi di viaggiare in aereo ma usando transatlantici o treni, abitando una casa illuminata da sole candele e lumi a petrolio, i due dragarono tutti i movimenti a loro consoni: dal Simbolismo ai Pre-raffaelliti fino al cinema dei tempi del muto, fermandosi poi sulla soglia della rivoluzione Pop perchè in fondo Pop è tutta la loro vita e il loro amore per le “cose-feticcio”. Così David&Peter diventarono coppia leggendaria nella New York ai tempi del Village, dove pur essendo coetanei di Keith Haring non hanno mai preso in mano una bomboletta.
Ma hanno sperimentato come matti le possibilità della cianotipia delle stampe al platino,dell'archeologia del cinema in bianco e nero e degli albori della fotografia, poiché Il mondo,secondo loro, era più bello e più sano prima dell'avvento della società di massa e dell'era digitale.
L'attenzione ai dettagli, la cura artigianale degli oggetti, il valore dato al tempo e all'accudimento diventano allora necessari per innescare un corto circuito e parlare del presente con parole e immagini del passato.
“O tempora o mores”... Questa luce in bianco e nero gettata sui nostri agitati tempi, rende all'improvviso più contradditorio, più insopportabile, più affetto da inutili sprechi un mondo troppo affannato. McDermott&McGough invece, incastonati nella loro realtà altra restano perfetti, senza che un velo di smog macchi i loro colli esagerati o li distragga dalla bellezza del rammendo ad arte di un calzino.
E così perfetti sono sbarcati in Italia dopo vent'anni di assenza (a Milano nella galleria M77 sino al 15 maggio) con un lavoro vecchio/nuovo “Cyan Light and Abstract- Luce azzurra e astratta”, la loro consueta e talebana retro-datazione delle opere e il loro deciso rifiuto a confondersi con noi.
«Ho guardato nel futuro e non ho alcuna intenzione di andarci» ha detto Mc Dermott a Michele Buonomo che lo intervista in catalogo
Ma questo visti i temi potrebbe essere anzi è (pre)sentimento anche da noi condiviso
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