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MENTRE L’ITALIA PALLONARA ROSICA PER IL FLOP MONDIALE, ARRIVA IL TRIONFO CHE NON TI ASPETTI: SARA ERRANI E ROBERTA VINCI STRAVINCONO WIMBLEDON - MAI UN AZZURRO ERA RIUSCITO A DOMINARE SUL PRATO INGLESE

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Paolo Rossi per “la Repubblica”

ERRANI E VINCI TRIONFANO A WIMBLEDON 6ERRANI E VINCI TRIONFANO A WIMBLEDON 6

 

Le pagine di storie nascono per caso. Il ‘Career Grand Slam’ ottenuto ieri da Sara Errani e Roberta Vinci nel sacro tempio di Wimbledon (battute Babos/Mladenovic 6-1, 6-3) nasce cinque anni fa in Francia, in uno spogliatoio di Orléans, quello del Palais du Sport. «Dai, lo giocate voi due insieme il doppio? Provate, non costa niente...» disse il ct Corrado Barazzutti alle due attonite ragazze che lo ascoltavano, riserve di Pennetta&Schiavone in nazionale. L’Italia aveva già stravinto, ma i francesi per rispetto di chi aveva pagato il biglietto - volevano che si rispettasse il programma.

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Ecco, è in quel giorno - 8 febbraio 2009 - che esordiscono Errani/ Vinci, il doppio femminile oggi più titolato della storia del tennis italiano: 5 Slam di doppio (oltre a questo Wimbledon, 2 Australian Open, 1 Roland Garros e 1 US Open). «Battemmo Bremond/Dechy, chi l’avrebbe poi immaginato?». Le riserve che prendono il potere. Le due (all’epoca) ragazzette che scoprono di essere complementari. Due caratteri che, seppur diversi, si sintonizzano, in campo e fuori. Unite dalla gavetta. «La nostra amicizia è stellare».

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«Nel tennis funziona così» conferma Silvia Farina Elia, ex n. 11 del mondo che nei suoi ultimi anni ha incrociato la racchetta contro la Vinci. «A loro due ha fatto bene la Fed Cup, ha consentito di far gruppo, crescere insieme».

 

Mai un/a italiano/ a era riuscito a far iscrivere il proprio nome in un albo d’oro professionistico di Wimbledon (solo Diego Nargiso e Gianluigi Quinzi, ma a livello juniores). «Ora non mi tirate fuori le storie sul doppio come disciplina in declino o altre storie simili, perché quando vincono gli altri va tutto bene - accusa la Farina - non capisco perché ci sia sempre chi voglia sminuire le cose».

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Forse la dedica di Errani/Vinci aveva anche una punta di veleno: «Trionfo per l'Italia che oggi ha fatto il tifo per noi» (il premier Renzi le ha ricordate con un tweet). «Questo è lo sport, con le sue regole. Poi non è che vincono per opera e virtù dello spirito santo» continua la Farina. Che rivela: «A occhio direi che è Roberta la leader, più doppista, ma Sara è tanto migliorata. È lei che sposta il gioco, muove la palla, Roberta chiude al volo». Ma il segreto è un altro: «Sanno cos’è la strategia, come sfruttare i punti deboli delle avversarie».

 

Per questo oggi una romagnola e una tarantina risalgono in cima alla classifica mondiale, ma non era certo questo l’obiettivo: «A Wimbledon abbiamo sempre fatto fatica, è l’emozione più bella. Ora non ci ricordiamo neppure quale è stato il nostro primo torneo...».

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Marbella, 2009: finale. «Vero. Da allora decidemmo di non staccarci più, ma certo che in quel momento certo non pensavamo di vincere così tanto».

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Ovvio che non ci sono stati solo i doppi: ricordiamo Sara Errani in finale al Roland Garros 2012 e n. 5 del mondo, e Roberta Vinci n. 11 del mondo nelle classifiche di singolare. Ma sono loro stesse ad ammettere che il doppio ha contribuito a dare spessore ulteriore al loro gioco, aumentando consapevolezza e fiducia. Il resto non conta, sono chiacchiere, anche se la Vinci sottolinea e ammonisce: «Io sono molto permalosa. A Sara il sorriso torna in fretta ».