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V.Ago per “Libero Quotidiano”
Banca Generali, interessata a nuove e originali proposte culturali, si rivolge al florido mercato dell' arte contemporanea del Sudest asiatico e ospita, dal 2 marzo al 30 settembre, la mostra Trace di Farhan Siki (1971), presso la sede del Private banking a Milano (Piazza Sant' Alessandro 4).
Nella personale meneghina l' artista prende spunto dal Rinascimento italiano attraverso elementi architettonici e immagini tratte dagli affreschi. Ecco allora le sue rivisitazioni dell' Ultima Cena di Leonardo da Vinci (Dirty Last Supper, 2015) e dell' Adamo ed Eva di Michelangelo (At the beginning, 2014).
Sulle figure classiche l' artista interviene con Stencil, spray, graffiti, colature di colore. In Arise #1,#2,#3 (Homage to Santa Maria delle Grazie, 2015), la facciata della chiesa è raffigurata secondo la documentazione fotografica che si riferisce ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
L' autore crea un forte senso di contrasto che vuole ispirarsi al chiaroscuro leonardesco. Per Siki si tratta di «un nuovo spirito e una nuova ispirazione».
In Next circumnavigation (2015), Fahran critica la cultura europea per il senso di superiorità di cui ancora oggi per certi aspetti è permeata, utilizzando l' immagine di una nave da guerra di epoca romana. Il pensiero, ovviamente, corre anche al periodo del colonialismo.
In Homo Machinus (2015), il riferimento è agli studi e alle rappresentazioni del corpo umano di Leonardo, ma anche all' idea che l' uomo moderno, assorbito così intensamente dal lavoro, troppo spesso incapace di vedere il lato affettivo e meraviglioso della vita, si trasformi in una macchina.
Nei lavori What are you trying to erase? #1 e #2 del 2015, rispettivamente con colori forti e chiari il primo e con il nero il secondo, i loghi e le scritte si sovrappongono talmente da rendere impossibile una chiara lettura, un disordine ordinato in cui è giocoforza perdersi.
Tra le sue opere più famose la serie Mu (War) Kami, una parodia della ricerca di Takashi Murakami, in cui su uno sfondo composto dai loghi, progettati dal pop surrealista giapponese per Louis Vuitton, si stagliano scene di battaglie tra uomini, aerei da guerra, fucili e mitragliatori, per ricordare ciò che accade nel mondo al di là dell' effimera realtà della moda.
L' artista, considerato da molti una sorta di Banksy asiatico, è uno dei più affermati street artist indonesiani, apprezzato anche a livello internazionale. In Italia lavora per esempio con la Galleria Primo Marella di Milano.
È un maestro degli Stencil e degli spray, con i quali realizza dapprima murali; successivamente si dedica alla pittura su tela, aggredendola con la stessa forza, come avendo di fronte una parete spoglia.
Raffigura reiteratamente i loghi dei grandi marchi (Coca-Cola, Chanel, McDonald' s, Kentucky Fried Chicken...) con tinte forti e contrastanti, riflettendo su tematiche sociali e sui problemi legati alla globalizzazione. I suoi lavori sono spesso provocatori e sarcastici.
Come spiega il curatore Rifky Effendy, la sua arte può essere considerata una forma di «ribellione e di resistenza».
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