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Guido De Carolis per il “Corriere della Sera”
DE BOER DURANTE INTER JUVENTUS
Il capolavoro di Frank De Boer è triplo: si tiene l' Inter, vince la partita più importante dell' anno e mostra di non essere un alieno ma di avere le capacità tattiche per restare in serie A.
Lo stato maggiore nerazzurro sfila felice al seguito dal patron cinese Jindong Zhang e si entusiasma insieme ai 76.484 tifosi di San Siro che lasciano ai botteghini 3,94 milioni (record per il nostro campionato) e tanti applausi, per una squadra finalmente sbocciata. Scendendo dalla tribuna patron Zhang ha sbagliato uscita e si è ritrovato sommerso dai complimenti e dal calore dei tifosi.
DE BOER DURANTE INTER JUVENTUS 2
Lo stesso entusiasmo l' aveva De Boer dopo il pesante 2-1 alla Juve che regala certezze e riempie l' ambiente di punti e fiducia. «Non abbiamo vinto solo con la qualità, ma mostrando di essere squadra: è la direzione da seguire, nessuno è superiore all' Inter se giochiamo così».
Serviva una reazione dopo la disastrosa sconfitta in Europa League contro gli israeliani del Be' er Sheva. C' è stata un' inversione totale e l' Inter ha dimostrato serenità di gioco e una personalità che non si era vista in coppa. In fondo l' equazione è semplice: la qualità la portano i giocatori importanti e contro la Juve c' erano tutti.
ALLEGRI DURANTE INTER JUVENTUS
«Ho parlato per mezz' ora con lo spogliatoio di quello che era accaduto con il Be' er Sheva. Se si gioca bene durante un match ma vai sotto devi insistere e non perdere la testa. Con la Juve dopo lo svantaggio ci siamo riusciti. Abbiamo affrontato una grande squadra, siamo stati nel match dal primo all' ultimo minuto».
Una continuità mancata finora all' Inter che in campionato non vinceva a San Siro contro la Juve dal 16 aprile 2010: c' era ancora Mourinho e correva l' anno del Triplete, Moratti in tribuna forse ci avrà ripensato. De Boer si gode la vittoria, si esalta, resta vigile. «La Juve ti dà qualcosa in più dal punto di vista delle motivazioni: io e i tifosi vogliamo vedere una squadra che pressa avanti e indietro, insieme. Ho visto segnali positivi, i ragazzi hanno continuato a credere in se stessi e non hanno reagito solo con il cuore dopo lo svantaggio, ma senza perdere la testa».
Il successo sulla Juve spegne l' allarme sul possibile cambio in panchina, assolve il 46enne tecnico olandese e il suo lavoro. «Non mi devo prendere rivincite. È importante l' ambiente che ho intorno e il sostegno della società. In quattro settimane non si fanno miracoli». De Boer e il concetto di squadra messo davanti a ogni cosa, come da tradizione olandese. Per far gruppo i nerazzurri hanno festeggiato a cena in un ristorante del centro con la dirigenza.
Non c' era Brozovic, escluso per comportamenti non professionali e diventato esempio di ciò che non deve accadere. «Nessuno è più grande dell' Inter, nemmeno io: tutti devono seguire la giusta direzione. Se qualcuno non lo fa devo dare un segnale a tutti, non solo al singolo». E dopo un trionfo così rispunta anche la parola scudetto: «Alla fine del campionato vorrei essere in testa, certo.
Dobbiamo gustarci una vittoria meritata. I grandi team però lo sono ogni settimana, non solo contro la Juventus. Se questo è lo spirito, se lo manteniamo, possiamo vincere con chiunque: prima della tecnica però si vince con il carattere. Dobbiamo migliorare sulla continuità, a cominciare da Empoli».
La vittoria di De Boer è la sconfitta di Massimiliano Allegri, sotto accusa per aver lasciato fuori Higuain e per la posizione troppo bassa di Pjanic. Il tecnico bianconero smonta le accuse («Gonzalo aveva disputato 2-3 gare di fila, Pjanic non è andato male») e spiega il k.o. con l' atteggiamento errato. «L' Inter ha fatto una buona partita, noi siamo stati molto imprecisi sul piano tecnico. Abbiamo sbagliato molti passaggi e concesso troppe ripartenze».
L' allenatore è implacabile. «Una volta in vantaggio la Juve di solito non prende gol e invece abbiamo abbassato la tensione e concesso la terza rete della stagione su calcio d' angolo. È una sconfitta che ci deve bruciare dentro e riportarci con i piedi per terra». Però Allegri concede i giusti meriti all' Inter. «Non abbiamo avuto il nostro solito atteggiamento. L' Inter non era quella delle ultime partite e ha fatto una gara superiore, anche a livello fisico. La partita era sporca e dopo l' 1-0 bisognava stare più attenti. Una Juve normale dopo il vantaggio non fa mai andare in porta l' Inter».
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