tifosi fuori dallo stadio

CI È PASSATA PURA LA VOGLIA DI STADIO - LA TANTO ATTESA RIAPERTURA AL PUBBLICO IN SERIE A HA FATTO UN MEZZO FLOP: PIÙ DI 60 MILA BIGLIETTI SONO RIMASTI INVENDUTI, IL 37 PER CENTO DI QUELLI ACQUISTABILI - C'ENTRANO LE VACANZE DI AGOSTO E LO "SCIOPERO" DI ALCUNI GRUPPI DI ULTRÀ, MA ANCHE LA DIFFIDENZA VERSO GLI EVENTI DI MASSA, PER PAURA DEL COVID - UNO DEI PROBLEMI È LA MANCANZA DI STEWARD A CUI AFFIDARE LA SICUREZZA DEGLI STADI: DOPO LA PANDEMIA NE SONO SPARITI IL 60%, TANTI ERANO STUDENTI UNIVERSITARI SOTTOPAGATI...

Estratto di un articolo di Enrico Currò e Matteo Pinci per “la Repubblica

 

Forse è colpa della pandemia, forse solo delle vacanze. Una cosa è certa: la voglia di tornare allo stadio non era poi così tanta, in Italia. Nel giorno del ritorno dei tifosi negli stadi di Serie A, più di 60 mila biglietti sono rimasti invenduti, il 37 per cento di quelli acquistabili. Era la prima volta, dall'inizio della pandemia, che gli stadi tornavano ad aprire le porte, seppure con capienza ridotta della metà. Ma nessuno è stato preso d'assalto: nemmeno un sold out.

 

Circa 8 mila posti vuoti a San Siro, più di 5 mila sia all'Olimpico che al Maradona, a Torino per Toro-Atalanta sono stati quasi 10 mila i seggiolini che nessuno ha occupato. Difficile sia solo colpa dell'avvio del campionato a una settimana da Ferragosto. Molto ha influito la scelta di alcuni gruppi ultrà di disertare, al grido di "o tutti o nessuno": quelli dell'Atalanta, del Cagliari e della Samp, meno di 5000 persone nel posticipo col Milan a Marassi.

 

Il timore è che tanti si siano disabituati all'esperienza dello stadio: un anno e mezzo di porte chiuse ha imposto un distacco difficile da recuperare. Pesa anche la diffidenza verso gli eventi di "massa", nonostante i distanziamenti e la disposizione a scacchiera, poco rispettata sugli spalti.

 

Le code ai controlli hanno dimostrato poi che il problema, semmai, è fuori. Due fattori che sollevano l'altra grande questione che incombe sul campionato dal vivo: la scomparsa degli steward. Un problema che, a lungo spettro, rischia di minare persino la permanenza dei tifosi allo stadio.

 

Da quando il Covid ha cambiato il mondo, per le società è diventato complicatissimo reperire ragazzi e ragazze formati (i corsi sono stati sospesi) cui affidare la sicurezza dentro gli impianti. Fonti dirette dicono che, rispetto ai 10-12 mila steward in servizio nel 2019, oggi ne sono spariti il 60%.

 

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