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LA CORSA DI TRENTALANGE È FINITA, IL COMMISSARIAMENTO DEGLI ARBITRI E’ UN ATTO INEVITABILE - GLI ESITI DELL’INCHIESTA DELLA PROCURA FIGC SUL CASO D’ONOFRIO, IL PROCURATORE CAPO DELL’AIA ARRESTATO PER TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA - AL PRESIDENTE DEGLI ARBITRI TRENTALANGE, “CHE NON HA FATTO NULLA PER PRESERVARE L’AIA DALLA VERGOGNA”, È STATA CONCESSA UNA SETTIMANA PER DIMETTERSI, POI DECIDERÀ LA FIGC…
“La corsa di Alfredo Trentalange è finita. Il terremoto che ha travolto gli arbitri finirà per smantellarne anche il vertice”.
Lo scrive Matteo Pinci sul Corriere della Sera, a proposito dell’indagine della Procura Figc sul caso D’Onofrio, chiusa ieri. Il procuratore capo dell’Aia era stato arrestato nelle scorse settimane per traffico internazionale di droga. A proposito di Trentalange, Pinci scrive:
“Gli hanno concesso una settimana di tempo per scegliere cosa fare, poi la Federcalcio chiuderà d’imperio la sua stagione da presidente dell’Associazione italiana arbitri: il commissariamento dell’Aia è diventato un atto inevitabile”.
Le indagini sul caso D’Onofrio hanno rivelato un quadro devastante, per il mondo arbitrale.
“Alla luce degli elementi messi nero su bianco dal Procuratore federale della Federcalcio Giuseppe Chinè nell’avviso di chiusura indagini, emerge chiaramente come Trentalange non abbia fatto nulla, «nessuna iniziativa, neanche la più minimale» per preservare l’Aia dalla vergogna. Non solo, ha rivelato come in più casi abbia avuto responsabilità anche nella condotta di D’Onofrio”.
Biglietti del treno falsi per ottenere rimborsi, persino la firma falsa sulle dimissioni di D’Onofrio: il quadro che emerge dall’inchiesta della Procura di Chiné è preoccupante. Repubblica scrive:
“Ha atteso forse troppo, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, per risolvere la questione anche da un punto di vista politico: nell’Aia tanti avrebbero voluto da un mese la testa di Trentalange”.
Ora deciderà il Consiglio federale il 19 dicembre.
“Non per attendere la fine dei Mondiali, ma per dare a Trentalange una exit strategy: le dimissioni — anche se
lui continua a respingere anche solo l’idea di fare un passo indietro — gli eviterebbero la gogna di essere buttato fuori dalla sua stessa associazione e qualcuno tra i consiglieri è convinto che con qualche giorno di attesa ci sia modo di farlo ragionare. Con lui, inevitabile la caduta dell’intero consiglio, compreso il vice Baglioni, suo fedelissimo”.
“Firme contraffatte? Nessuno lo dice apertamente, ma non sarebbero l’unico falso. Perché l’Aia ha permesso a D’Onofrio di presentare addirittura rimborsi spese fittizi. Si tratta di una serie di «richieste di rimborso spese presentate allegando biglietti ferroviari falsi e mai emessi creando un danno economico rilevante». Evidente che non possa essere Trentalange stesso a dover controllare, ma il responsabile è sempre il presidente, soprattutto in un mondo che ha dismesso arbitri per poche centinaia di euro di rimborsi sbagliati. Questo è il passaggio che non permette passi indietro. Di fronte a un tale malfunzionamento amministrativo, la Federcalcio è costretta a chiedere il commissariamento. Smantellando l’Aia e consegnandola a un commissario. Sempre che per salvare la credibilità arbitrale non sia troppo tardi”.
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