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Catia Barone per “Affari&Finanza - La Repubblica”
Tornare indietro nel tempo e recuperare l'antica tradizione dell'arte su commissione, ma in chiave digitale. I nostri Leonardo, Raffaello e Tiziano 2.0 sono collegati in rete, ricevono indicazioni dal cliente (budget, tipo di opera, stile, soggetto, dimensioni, colori) e avanzano proposte. Poi il committente sceglie e decide.
Di cosa di tratta? PptArt, la prima piattaforma che applica i classici sistemi web di crowdsourcing - ovvero la possibilità di trovare online risorse e idee per realizzare un progetto - a un settore ancora inesplorato, l'arte per l'appunto. «Non è una gallery di artisti, come ce ne sono molte in rete», spiega Luca Desiata, fondatore di PptArt.
«Noi non vendiamo quadri esistenti, bensì prodotti su misura per il cliente». Il concetto di base è soddisfare le esigenze artistiche di una vasta platea di utenti (dalle aziende ai privati) che vorrebbero commissionare un’opera ma che non hanno un accesso diretto al mondo dell’arte.
E così c’è il cliente che chiede un quadro particolare da appendere nel salotto di casa, oppure la coppia che desidera festeggiare i 20 anni di matrimonio con un'illustrazione fatta da un'artista brasiliana e ancora, l'azienda di giochi online che per organizzare una campagna di responsabilità sociale si affida a un’opera d’arte. Sul fronte aziendale, si vuole invece trasformare il marketing e il packaging in arte.
Al posto di utilizzare i grafici e gli illustratori tradizionali, la piattaforma mette a disposizione. un pool di 1200 artisti pronti a studiare il singolo prodotto da reinventare. «Insieme al cliente, PptArt prepara un brief molto dettagliato sull'evoluzione del packaging o della campagna marketing. Le indicazioni - dice Desiata - vengono girate a tutti gli artisti, e chi ritiene di avere uno stile in linea con la richiesta dell'azienda, fa delle proposte.
Noi le raccogliamo e le sottoponiamo al cliente, che può scegliere direttamente il progetto, o sottoporlo ai suoi utenti tramite una campagna sui social media. In questo modo l'arte diventa un servizio a disposizione del committente, come un po' era nel Rinascimento». La piattaforma è nata poco prima dell'estate e sembra aver già fatto breccia nel cuore di diverse realtà. American Express, ad esempio, offrirà ai suoi clienti Premium un servizio esclusivo per l’elaborazione di opere d’arte su commissione, avvalendosi di PptArt.
Perfino le Nazioni Unite hanno da poco attivato una collaborazione con la piattaforma di Desiata, tramite la filiale noprofit 'Art for a better future', per arricchire la loro presenza all'Expo 2015 attraverso opere di artisti provenienti dai Paesi in via di sviluppo che daranno la loro personale interpretazione dei grandi temi universali dell'uomo. Nel frattempo PptArt ha portato a termine un aumento di capitale, con una stima 3 milioni di euro. L’ultimo passaggio di un processo di finanziamento iniziato nello scorso aprile, quando la start-up era ancora in fase di costruzione.
L'ideatore ha infatti messo in vendita le azioni della PptArt ad un’asta di arte contemporanea a Roma, proprio come se fossero delle grandi opere, accanto ai capolavori di artisti italiani del XX secolo, tra cui Fontana, Morandi, De Chirico, Burri, Guttuso, Pomodoro, Rotella e Vespignani. La prossima mossa? «A fine 2015 risponde Desiata - vorremmo replicare il meccanismo di finanziamento tramite un'asta di arte contemporanea a Londra o a New York con fondi di private equity o venture capital puntando su valutazioni molto più alte, per raccogliere risorse da destinare ad un'ulteriore fase di espansione internazionale. In fondo, siamo già una piccola multinazionale ».
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