“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
GIUSEPPE CRUCIANI per Libero Quotidiano
Fino a qualche giorno fa lo consideravano un infame, un razzista, uno da eliminare dalla società civile.
Che schifo, dicevano, c' è Salvini in tv.
Eccolo il becero profittatore delle paure degli italiani per raccattare i voti.
Ma è bastato il crollo della sinistra, la vittoria della Lega e il dissolversi delle certezze di una vita per mandare in tilt i cervelli della gauche caviar di casa nostra, che ora sbrodola davanti all' uomo che andava in giro con la felpa.
L' altra sera, ospite alla radio, Alba Parietti (una che si esaltava davanti alle supercazzole filosofiche di Bertinotti, tanto per capirci) ha detto che certo uno come Salvini non lo voterebbe mai, «perché non è nel mio dna, sarebbe come tradire mio padre e poi è l' antitesi di tutto ciò che è il mio pensiero politico». Ma una volta fatte tutte queste premesse, una volta messa a posto la coscienza, una volta rassicurate le masse popolari, ecco che «Salvini è uno capace di fare politica, è un politico vero, uno bravo, ha fatto quello che è stata incapace di fare la sinistra, cioè stare vicina ai bisogni della gente».
EX BULLO Ma come, Matteo l' animale è diventato improvvisamente uno capace che capisce il popolo? Ma è la stessa Alba Parietti che lo definiva un «bullo ignorante»? È la stessa che voleva «schiaffeggiarlo pubblicamente» in una sfida? È proprio quella che definiva le parole salviniane come «discorsi da bar dove arriva il bullo a sparare cazzate»? Ma siamo proprio sicuri sia la medesima signora che definiva il capo della Lega un «cyberbullista populista» che parla agli ignoranti? Ma come, proprio lei che aveva detto con la preoccupazione di chi sente una minaccia incombente: «Sarei terrorizzata se Salvini guidasse il Paese, sarebbe quasi da andare via».
Invece il successo cancella tutto. Come dimenticare qualche giorno fa il mitologico Claudio Amendola, attore romanissimo e rossissimo, che appena tre anni dopo aver dato del «razzista» al leader della Lega lo ha glorificato come «il miglior politico italiano degli ultimi vent' anni». E quando gli hanno fatto notare che passare dai cazzotti agli elogi era un po' troppo ha precisato: «Dovevo dire che è stato il migliore degli ultimi trenta, non venti». E a seguire ancora Margherita Buy, altra icona sinistrorsa («Salvini è riuscito a tirarsi dietro un sacco di gente e questa è una capacità politica innegabile») e il comico Antonio Albanese improvvisamente illuminato sulla via di Damasco: «Ha vinto perché era sul territorio, mentre un certo tipo di politica si è limitata alle teorie». Nel nostro piccolo, qui si gode.
«IL LUNEDÍ» Tempo fa, quando i leghisti non erano sulla cresta dell' onda, avevo creato alla radio «il lunedì di Salvini»: lo invitavo a dire la sua sull' universo mondo, dall' euro alla religione, ai gay. Lui litigava con Parenzo, mentre il sottoscritto spesso si trovava dalla sua parte. In redazione, e non solo, mi guardavano in cagnesco, come un orribile fiancheggiatore dell' inumano. Ovviamente me ne fottevo, ma col crescere dei consensi della Lega cominciarono a cercarlo tutti (anche quelli che lo schifavano fino a un minuto prima e gli avrebbero sputato in faccia). Adesso è tutto uno slinguazzamento, e Salvini non è più l' uomo nero che vuole sparare ai negri. Manca solo Gad Lerner alla sua corte e siamo a posto.
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