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Marcello Di Dio per il Giornale
È la vigilia ideale di un derby per la Roma, ora che ha accorciato le distanze dalla Juve (è a -6) in campionato, ha uno Dzeko letale sotto porta tanto da diventare il miglior cannoniere romanista in una sola stagione e ritrova la curva Sud piena per la prima volta dopo 675 giorni e la rimozione delle barriere dal settore caldo del tifo giallorosso.
E se il precedente nella semifinale del 2003 è favorevole al gruppo di Trigoria (che però vinse sia all'andata che al ritorno), c'è anche un 3-0 da costruire per centrare la finale, risultato mai ottenuto in una stracittadina di coppa dalla Roma.
Luciano Spalletti viaggia con il freno a mano tirato e con il profilo basso. Non senza chiarire un paio di concetti. «Siamo pronti a tutto», è il grido di battaglia per il derby che deve rappresentare «la ciliegina su una torta costruita benissimo e gustosissima». E sul suo futuro invece dice: «Dopo questo derby si traccerà una linea, ma visto che i miei calciatori mi vogliono bene sono certo che faranno di tutto per determinare le mie possibilità di permanenza».
Ecco che il tecnico svela come lo slogan «vinco o me ne vado» sia stato una spinta motivazionale per la sua squadra. Che nel girone di ritorno ha conquistato più punti di tutte. «Non tiro a campare, tiro a vivere e ogni mia frase ha un obiettivo», sottolinea Spalletti.
Il divorzio dai giallorossi si avvicina, sempre che il risiko di panchine non conosca un improvviso stop. I dirigenti stanno vagliando altre piste, in attesa che Monchi diventi il nuovo ds («il progetto della Roma mi piace, ma ho anche richieste dall'Inghilterra e dalla Francia anche se non così complete»).
Di sicuro il tema diventerà caldissimo se verrà fallita la rimonta sulla Lazio e sfumerà anche il secondo obiettivo stagionale. Per firmare l'impresa sarà importante l'aiuto dei tifosi («ma dobbiamo essere i primi noi a far sì che ci aiutino a spingere la palla in porta») che ieri hanno perfino ringraziato con uno striscione il ministro dello sport Lotti per l'eliminazione delle «odiose» barriere in curva Sud. Quindi «bisognerà fare meglio del Lione, visto che allora nonostante una grande prestazione non passammo il turno in Europa League».
La vigilia regala anche l'allenamento in gruppo di Daniele De Rossi dopo l'ematoma alla schiena riportato nell'amichevole azzurra contro l'Olanda: forse è più vicina la convocazione che la maglia da titolare, ma il centrocampista vuole esserci. Nonostante il suo rapporto con il derby non sia stato sempre felice. Se ce la farà, sarà l'unico romano e italiano in campo dall'inizio insieme al laziale Immobile.
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