É PROPRIO FINITA: MORATTI VENDE IL SUO 30% - DIETRO L’ADDIO LO SCONTRO CON THOHIR SUI CONTI E LA PERDITA DI QUALSIASI POTERE DI INFLUENZA. ANCHE MAZZARRI E IL DS AUSILIO VISTI COME TRADITORI

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1. MORATTI, É PROPRIO FINITA: VIA CON TUTTI I FEDELISSIMI

Andrea Sorrentino per “la Repubblica

 

Non vuole più saperne. Dei nuovi proprietari e del loro staff; dei dirigenti che lui aveva assunto e che nel tempo gli hanno voltato le spalle, uno in particolare; dell’allenatore, ingrato pure lui; dell’Inter tutta.

THOHIR E MORATTI agf pr THOHIR E MORATTI agf pr

 

Massimo Moratti se ne va, addio, nada màs. Un comunicato annuncia le sue dimissioni da presidente onorario e il ritiro dal Cda dei tre membri da lui indicati: il figlio Angelomario, Rinaldo Ghelfi e Alberto Manzonetto. Nel tardo pomeriggio ribadisce il concetto a Erick Thohir, in un incontro privato e dai toni non certo distesi. Il presidente indonesiano commenta: «Rispetto la decisione di Moratti. Lui vuole continuare a supportarmi ma allo stesso tempo, come presidente, devo rivedere certe operazioni del club».

 

Il supporto sarà assai esterno,anzi obbligato, perché gli accordi firmati lo scorso anno prevedono la presenza di Moratti almeno fino a novembre 2015, però la storia è ai titoli di coda.

THOHIR MAZZARRI MASSIMO MORATTI THOHIR MAZZARRI MASSIMO MORATTI

 

L’ex proprietario mantiene una quota del 29,5% che non gli consente alcun potere decisionale ma lo costringe a ripianare la sua parte di perdite, quindi da ieri è scattata la ricerca di nuovi finanziatori che però sarà durissimo trovare. Entro un mese Moratti nominerà altri tre membri per il nuovo Cda: dovrebbe rimanere Manzonetto. Nel frattempo, Thohir manterrà il controllo plenipotenziario dell'Inter.

 

Era finita da tempo. Almeno dallo scorso giugno, quando Thohir, rilevato il debito di Moratti con le banche e accollandosene uno da 230 milioni, ha iniziato la fase 2 del suo ingresso nel club: portare suoi uomini nella stanza dei bottoni ed estromettere tutti quelli legati a Moratti.

MASSIMO MORATTI ERICK THOHIR MASSIMO MORATTI ERICK THOHIR

 

La fine del rapporto tra i due inizia in quei giorni, perché il petroliere non si aspetta una rivoluzione simile, chiaramente orientata a fargli perdere ogni residuo controllo del club e della gestione tecnica. Il dt Branca era stato licenziato già in febbraio, ma in estate cadono le teste del medico sociale Combi, intimo dell’ex presidente, e dei giocatori a lui legati: a nessuno viene rinnovato il contratto in scadenza.

 

Zanetti, che con Moratti regnante un pensieruccio a un altro anno da giocatore l’aveva fatto, è indotto a lasciare e intanto gli si ritaglia un ruolo da vicepresidente senza poteri, per giunta con un contratto biennale. Mazzarri avalla ogni scelta e Moratti non glielo perdonerà. Vengono licenziati impiegati, funzionari e collaboratori a vario titolo (circa 40 persone), tutti in qualche modo vicini a Moratti, ed entrano manager inglesi e americani. Una vera epurazione. Poi si arriva a lunedì scorso, assemblea dei soci.

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L’ex proprietario partecipa in silenzio, seduto in platea, assiste a discorsi e applausi, se ne va scurissimo e appena uscito butta lì quelle frasi su Mazzarri, che secondo lui sarebbe nei guai. Ma nel frattempo accade di peggio, dal suo punto di vista. Il Ceo Bolingbroke (candidato a entrare nel prossimo Cda) fa notare che i conti dell’Inter sono allo stremo per colpa della precedente gestione e, cosa che fa infuriare Moratti, aggiunge che ora sono stati assunti dirigenti capaci, facendo intendere che prima non ce n’erano.

 

LADDIO AL CALCIO DI JAVIER ZANETTI LADDIO AL CALCIO DI JAVIER ZANETTI

Poi arrivano le dichiarazioni di Mazzarri: «Non spendo energie per rispondere a Moratti». E dire che lui aveva assunto Mazzarri, ci aveva creduto, al punto da scrivergli la prefazione della biografia «Il meglio deve ancora venire», uscita mesi fa.

 

Mercoledì Moratti attende una dichiarazione del club in sua difesa, ufficiale o privata, ma ascolta solo il silenzio: si aspetta che si faccia vivo il ds Piero Ausilio, che lavora nell’Inter da 15 anni e che lui ha assunto poco più che adolescente, ma Ausilio tace: la misura è colma. Dimissioni. Ieri sera diserta San Siro: «Poi capirete perché sono andato via», mormora recandosi al ristorante.

 

E intanto si vocifera che pure Zanetti, in omaggio al suo presidente, possa dimettersi. Niente più Thohir e Moratti in tribuna assieme, insomma. L’uomo di Jakarta si mostra sorpreso e un po’ preoccupato, ma si sa che gli asiatici sanno nascondere bene le loro emozioni: in fondo la strada alle dimissioni di Moratti l’ha consapevolmente spianata lui. Del resto non si era detto che con Thohir iniziava una nuova epoca? Eccola qui.

Alberto 
Manzonetto
Alberto Manzonetto

 

2. BILANCI A PICCO E CLUB DA RISANARE: LE CRITICHE CHE MASSIMO NON HA TOLLERATO

Da “la Repubblica

 

È sui conti che lo scontro tra Moratti e Thohir si è inasprito: l’ex proprietario non tollera che si parli di un’Inter «da risanare». Eppure pare che la situazione sia davvero critica, finanziariamente parlando.

 

Nessuno al mondo perde quanto l’Inter: sommando i passivi degli ultimi cinque anni, dal Triplete in poi, si arriva alla cifra monstre di quattrocento milioni. Tutti ripianati da Moratti tranne che nell’ultimo esercizio, ma attingendo ai prestiti bancari, col risultato che l’esposizione debitoria era arrivata a circa trecento milioni.

 

BolingbrokeBolingbroke

E questo è accaduto perché, pur decrescendo le spese di gestione (rispetto al 2012 il costo degli ingaggi è passato da centoquaranta milioni a settanta), negli ultimi quattro anni i ricavi, con gli introiti da stadio e dai diritti tv, sono crollati del 36%: dai duecentocinquanta milioni del 2010 ai centosessanta del 2014 (la Juve è a quota duecentottanta, per dire), segno che il club non ha più avuto spinta propulsiva da settori cruciali come quello commerciale.

 

E se non crescono i ricavi un club come l’Inter è destinato a spegnersi: anche se per assurdo un Abramovich o uno dei tanti sceicchi rilevassero la società e volessero acquistare Ronaldo e Messi in un colpo solo, le norme del fair play finanziario imporrebbero loro di alzare prima i ricavi a livelli eccezionali per potersi permettere certe operazioni.

 

ausilioausilio

Per questo l’Uefa vuole vederci chiaro e il 7 novembre terrà un audit per capire il piano di rientro dei dirigenti interisti, che comunque si attendono sanzioni economiche quali il congelamento di una parte degli introiti dell’attuale Europa League. La situazione insomma è delicatissima, e il rilancio costerà lacrime e sangue. (a. s.)