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Valerio Clari per gazzetta.it
Alla Germania riesce la campagna di Russia. I tedeschi si prendono la Confederations Cup con una squadra costruita sulla carta per fare esperimenti. L'azzardo di Löw paga: il c.t. criticato alla vigilia per la scelta di lasciare a casa le star vince anche con la formazione B e young, confermando, se ce ne fosse bisogno, che in pochi possono pescare in un bacino di buoni giocatori così ampio come quello dei tedeschi. La finale contro il Cile della generazione d'oro viene decisa da un gol di Stindl (il più facile dei gol): fra un anno non si sorprenderà nessuno se ritroveremo la Germania , quella vera, in finale al Mondiale.
A livello estetico la Germania contro il Cile non ruba gli occhi, ma è capace di verticalità e lampi di pressing che diventano decisivi: Draxler (miglior giocatore del torneo) è a suo agio nel ruolo di capitano , e a tratti si prende la scena; la difesa, Rudiger in testa, regge senza troppi patemi quando si tratta di mantenere il vantaggio (nelle ultime 33 gare in cui è andata in vantaggio la Germania ne ha vinte 30 e pareggiate 3). A Vidal e compagni non riesce di vincere la terza finale di fila: per loro Russia 2018 sarà probabilmente l'ultima possibilità di un gruppo già nella storia del calcio cileno.
Il Cile parte alla grande, come spesso gli succede gioca a memoria, porta giocatori al tiro dopo azioni manovrate, confermando in un quarto d'ora di essere praticamente una squadra di club, per l'intesa fra i suoi giocatori. Poi con la Roja giocatori come Isla e Vargas vanno oltre i limiti che mostrano nei rispettivi campionati. Le prima occasioni sono tutte cilene, ma segnerà al Germania. La partita, che fino a quel punto i commentatori cileni avevano definito, a ragione, un baño (una lezione) della Roja ai campioni del mondo, vara verso lidi tedeschi al 20', quando Marcelo Diaz non si accorge di essere pressato non solo da Stindl, ma anche da Werner.
loew si gratta e poi si annusa 9
Da ultimo uomo cerca una virata, il secondo pressante gli ruba palla, fa uscire Bravo e poi serve Stindl. Spingerla in rete per l'attaccanbte del Gladbach è talmente una formalità che il compagno nemmeno guarda la conclusione, ma già esulta per l'assist. Il cileno sbaglia, però il seguito del match dimostrerà che l'azione non è una cosa estemporanea: Löw ha studiato un pressing alto che creerà altre situazioni simili e altre occasioni per Goretzka e compagni.
Il primo tempo, dopo il vantaggio, è il momento in cui i tedeschi vanno più vicini al 2-0: nella ripresa invece cercano maggiormente di controllare, subendo territorialmente i sudamericani, ma in fondo non rischiando nemmeno troppo: anestetizzato Sanchez, ingabbiato Vidal, vengono graziati a 10' dalla fine dal neo-entrato Sagal, che ha l'occasione migliore.
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Da segnalare, infine, un altro caso in cui le decisioni prese con la Var lasciano più di un dubbio: metà della ripresa, gomitata diretta e forte di Jara a Werner: Mazic va a rivederla, poi estrarre un giallo, scelta decisamente "buonista".
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