DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Nicola Berardino per la Gazzetta dello Sport
Simone Inzaghi non sfugge dinanzi alle cause del k.o. di Cluj, anzi vorrebbe analizzarle in tutti i risvolti. Per capire come ritrovare la sua Lazio. «C' è molta delusione per queste due sconfitte. Da allenatore devo dire che la mia squadra ha giocato, ha creato. Una sconfitta immeritata, ma abbiamo commesso l' errore di non riuscire a chiudere la partita.
Come spesso accade, non facendo il secondo e terzo gol meritato con occasioni pericolose, come quelle con Lazzari e Milinkovic, succede che ti fischiano un rigore che non c' è. Il secondo gol poi ce lo siamo fatto da soli». In discussione i meccanismi difensivi? «Abbiamo preso un gol su rigore e uno su un infortunio. Bisogna migliorare nella determinazione».Inevitabile il raffronto con la rimonta subita domenica contro la Spal. «Due partite in fotocopia e mi dispiace molto. In tre giorni avevamo lavorato sugli errori. In comune, un grandissimo primo tempo senza poi concretizzare. E puntualmente lo abbiamo pagato. C' è da fare tanto.
Ho fiducia, i ragazzi credono nel lavoro».
Inzaghi non vede ansie particolari da fronteggiare. «Ho perso altre volte due gare consecutive in questi anni ed ero più preoccupato. Stavolta non abbiamo meritato queste sconfitte. Nell' altra gara del girone, Celtic e Rennes hanno pareggiato. Sono convinto che passeremo il turno.
Avremo altre cinque gare e ce la giocheremo con tutti». Dan Petrescu rivela le sue strategie per battere la Lazio. «Ho mandato anche degli osservatori a vedere la squadra di Inzaghi - spiega il tecnico del Cluj -. E ho visto i filmati delle tre partite di campionato i cui meritavano di vincerle tutte. Sono passato al 3-5-2 per limitare con tre centrali i loro attaccanti, ma ora tornerò al 4-3-3. Al ritorno sono sicuro che sarà un' altra partita: adesso la Lazio ci conosce».
«EDIN È UN VERO FENOMENO, GLI CHIEDI LA PALLA E TE LA METTE TRA I PIEDI»
Sarà che la ricorrenza era talmente importante che l' ha voluta festeggiare così, con una di quelle partite da incorniciare e da tenere a memoria. Già, perché ieri era esattamente un anno dal suo esordio assoluto con la Roma, quando Di Francesco lo mandò in campo a sorpresa a Madrid, contro il Real. Ed allora ieri Nicolò Zaniolo si è voluto togliere lo sfizio di farsi un regalo.
Nel pacco dono un gol e un assist (e mezzo), ma anche una partita fatta di strappi, dribbling, duelli affrontati e vinti. Ieri contenere Zaniolo era praticamente impossibile e l' impressione è che alla fine anche uno con il pedigree di Clichy sia uscito dal campo con un bel mal di testa. E alla fine, ovviamente, Zaniolo era lo specchio della felicità. Con tanto di dedica personale e quel bacio al tattoo sul braccio destro con il nome delle fidanzata, Sara. «Sono felicissimo per la vittoria e per quello che sto facendo - dice lui -. Ogni giorno cerco di migliorare, dal punto di vista calcistico e personale. Devo continuare su questa strada, raggiungere nuovi obiettivi. Con l' allenamento, giorno dopo giorno, perché la costanza è la cosa principale».
E il segnale della sua crescita è tutto in due aspetti: aver reagito alla panchina di domenica con una prova gigante, in cui per la prima volta ha sia segnato sia fornito un assist. E pazienza se finora le sue 7 reti giallorosse sono arrivate tutte in casa, magari l' occasione buona per iniziare a far gol anche in trasferta arriverà già a Bologna. «Dobbiamo andare lì e vincere, è fondamentale superarli - continua lui -. Il Bologna è partito bene, sta facendo una grande stagione.
Ma noi dobbiamo continuare così, il gioco di Fonseca non è solo offensivo perché ci chiede di pressare alti e la fase difensiva inizia lì». Intanto la sua intesa con Dzeko cresce. «Ma Edin è formidabile, basta chiedergli la palla che te la mette tra i piedi». L' appuntamento è per Bologna, Zaniolo vuole iniziare a lasciare il segno anche lontano dall' Olimpico.
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