HANNO FATTO SALTARE IL BENKO! IL MAGNATE AUSTRIACO RENÉ BENKO, AL CENTRO DEL CRAC MILIARDARIO DEL SUO GRUPPO SIGNA, È FINITO IN MANETTE PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE. AVREBBE FALSIFICATO UNA FATTURA E TENTATO DI OCCULTARE DEI BENI, DISTRAENDOLI DALLA MASSA FALLIMENTARE – LA RESISTIBILE ASCESA DEL PALAZZINARO CHE VOLLE FARSI RE TRA AZIONISTI INFLUENTI E UNA GIUNGLA OSCURA DI SOCIETÀ - I PRIMI GUAI GIUDIZIARI DELL’IMPRENDITORE AUSTRIACO SONO ARRIVATI QUANDO CERCÒ DI CORROMPERE IL PREMIER CROATO PERCHÉ LO AIUTASSE CON BERLUSCONI SU UN PROBLEMA FISCALE IN ITALIA…

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1. ARRESTATO IL MAGNATE BENKO DOPO UN CRAC MILIARDARIO

Valeria Di Corrado per “il Messaggero” - Estratti

 

renè benko

È stato arrestato su ordine del Tribunale di Vienna nella sua villa a Innsbruck il magnate austriaco René Benko, al centro del crac miliardario del suo gruppo Signa, che operava in tutta Europa. L'accusa è di associazione a delinquere: avrebbe falsificato una fattura e tentato di occultare dei beni, distraendoli dalla massa fallimentare. Finisce così, per il momento, la parabola vertiginosa del "re Mida", enfant prodige del mondo economico. Il provvedimento restrittivo è stato spiccato sulla base di un'indagine della Procura anti corruzione di Vienna che cita, tra l'altro, la Villa Eden Gardone venduta dall'austriaco, senza un adeguato corrispettivo, a una società di investimento lussemburghese

 

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2. IL PALAZZINARO CHE VOLLE FARSI RE TRA AZIONISTI INFLUENTI E UNA GIUNGLA OSCURA DI SOCIETÀ

Francesco Manacorda per “la Repubblica” - Estratti

renè benko

https://www.repubblica.it/economia/2025/01/24/news/benko_chi_e_il_tycoon_austriaco_arrestato-423957909/

 

 

Fuori tutto. Via una quota del grattacielo Chrysler, a Manhattan, prezzo da definire, già passato di mano due volte – l’ultima per circa 300 milioni – e il magnifico Hotel Bauer, sul Canal Grande di Venezia, nella cantina di un intenditore le sei bottiglie di Château Batailley Pauillac 2005 Grand Cru, battute all’asta per 2.265 euro.

 

(…)

Canoni classici per questo self-made man classe 1977 da Innsbruck, dove l’Austria si affaccia su Italia e Svizzera: natali non blasonati – mamma insegnante d’asilo, padre impiegato comunale – studi presto interrotti, precoce spirito d’iniziativa con la ristrutturazione di qualche sottotetto e poi l’irresistibile ascesa del palazzinaro che volle farsi re e ci riuscì pure.

 

RENE BENKO - NIKI LAUDA

Merito, raccontano le biografie, anche dell’incontro con Karl Kovarik, erede di una rete di distributori di benzina. I soldi del socio, l’intraprendenza sua, Benko apre la Immofina nel 2000, a soli 23 anni, e subito sul sito slogan che dovrebbero mettere in guardia ogni investitore: “Potete guadagnare senza fare nulla”, “Diventare ricchi non è stato mai così noioso”. Ma i venti spirano a suo favore. Specie dopo la crisi finanziaria del 2008, la politica di tassi di interesse bassissimi aiuta l’imprenditore che compra a debito e spinge le economie europee, Germania in testa.

 

È un susseguirsi di affari: compra e poi vende la sede della Borsa tedesca, edifica alcuni dei più grandi edifici della Germania, acquista i grandi magazzini berlinesi KaDeWe e poi addirittura, con un socio, Selfridges a Londra.

 

La Signa cresce a dismisura e si diversifica. Ma l’immobiliare rimane il centro di questo gruppo che all’apice della sua gloria sostiene di avere in portafoglio beni per 27 miliardi di euro, mentre il patrimonio personale del fondatore sfiora i 6 miliardi.

rene benko 8

 

I soci fanno la fila: ci sono Robert Peugeot dell’omonima famiglia e il costruttore tedesco Hans Peter Haselsteiner, la dinastia del cioccolato Lindt; arrivano dal Golfo i fondi sovrani. Denaro, relazioni e qualche inciampo. Nel 2012 Benko è condannato per corruzione: ha promesso 150 mila euro al primo ministro croato dell’epoca, Ivo Sanader perché interceda a suo favore con l’allora premier Silvio Berlusconi su un problema fiscale in Italia.

 

 

(...) A fine 2023 i creditori scoprono che Signa Development, il principale braccio immobiliare, è in bancarotta. Dove sono finiti i soldi? Una fitta nebbia avvolge i conti del gruppo e soprattutto le frequenti operazioni tra le società della galassia Sigma. Non si parla di un pugno di sigle, ma di mille e passa entità diverse: l’amministratore giudiziario Christof Stapf spiega che per riprodurre la struttura del gruppo ha dovuto stamparla su 46 fogli formato A3. I creditori assaltano gli attivi del gruppo, a Vienna una grande asta vende in 6 mila lotti gli arredi del quartier generale, zerbini compresi.

 

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Ora l’arresto e i sospetti: nello stesso periodo in cui i soldi sparivano dai conti della Signa, altri soldi (o gli stessi), circa 300 milioni, arrivavano in quelli di due controllate della Fondazione Laura, i cui beneficiari sono ufficialmente sconosciuti, ma che per gli inquirenti rappresenta la cassaforte di Benko e della sua famiglia. Lui, la moglie, la madre e la figlia Laura.

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