DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…
Giancarlo Dotto per Dagospia
Festa Juventus. Strameritata. E non così scontata. Diffidare delle cose che sono già accadute, ma devono ancora accadere. Tipo, lo scudetto della Juventus. Già dato e archiviato da settimane. Ma questa banda di feroci agonisti si è dimostrata più forte anche della strisciante insidia.
Si è presa anche la Sampdoria a Genova e dunque l’ennesimo tricolore con tutta la rabbia, il cinismo e il Vidal del caso, non facile a poche ore dall’arrivo allo Juventus Stadium di quel micidiale bambolotto di Cristiano Ronaldo, pettinato con tutte le attenzioni del caso da Carlo Ancelotti, ex non tanto nostalgico di tifosi che lo chiamavano “maiale”, e non era affettuoso.
Juventus che acchiappa il suo quarto scudetto consecutivo e tutta la mia ammirazione per una squadra che ha sempre sbranato pallone e polpacci altrui, strafregandosene di qualunque calcolo, della posta in palio o del risultato acquisito.
Ho visto Chiellini, Marchisio, Tevez e compagni sbattersi leonini, aggredire spazi e avversari, fosse la Roma o il Cesena, senza fare distinzioni.
La mia opinione? E’ ancora la Juventus di Antonio Conte, una specie di anima sartoriale cucita addosso da anni di plagio vagamente carnefice. Allegri è stato bravo e furbo a tenere acceso il furore bianconero. La panchina diventa poi una comodissima poltrona Frau se davanti a te si palesano, e non è un miraggio, Buffon in porta, Chiellini e Bonucci dietro, Pirlo, Pogba in mezzo, Tevez davanti.
L’altra mia opinione. Anche i mediocri diventano altro quando si calano addosso la maglia Juventus. Come se una storia intera, al confine del mito, entrasse in quelle teste e in quei toraci insieme a quel tessuto. Il vestito, più che mai, fa il monaco. Chiamatelo valore aggiunto. Aggiungete uno stadio/estensione concepito e costruito su misura per abbattere qualunque diaframma tra ciò che succede in campo e quanto palpita nelle curve. Calor bianconero. Incendio permanente.
L’ennesima mia opinione. Una squadra così, un’attitudine così, dovrebbe essere la prima a spregiare i favori arbitrali. Il suddito fischiante non aiuta la Juventus, ma la danneggia di brutto, infliggendole regali superflui che la macchiano ingiustamente agli occhi del mondo.
Un dubbio. Giocando una volta di più un campionato a parte, sideralmente irraggiungibile, rischia di diventare il suo un vizio solitario, qualcosa di simile al godimento onanistico. Insomma, una festa dimezzata.
Chiosa e chiusa. Se Tevez se ne andrà, brutta storia perché lo Sfregiato ha paura solo di se stesso. Ma, attenzione, la vera cassaforte di questa quadriplicata impresa sta altrove, nei tre guardiani del faro, là dietro, Buffon, Chiellini e Bonucci. Quando sai che per farti un gol dovranno sputare sangue e polmoni, e spesso non basta, ti senti libero di osare come solo le aquile.
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