
DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN…
Estratto del libro “Una Fifa del Diavolo” di Guido De Carolis e Gaia Piccardi pubblicato da il “Corriere della Sera”
Vent’anni di cattive abitudini del calcio passati al microscopio, vent’anni di baronati e atteggiamenti che hanno prodotto il vento del rinnovamento che il 26 febbraio scorso ha portato all’elezione di Gianni Infantino a presidente della Fifa. Con il Corriere della Sera è in edicola, a 6,90 euro il libro «Una Fifa del Diavolo». Qui un estratto del terzo capitolo, «Il peccato originale: i Mondiali a Russia e Qatar».
Si erano travestiti e non era la prima volta che lo facevano. I giornalisti del «Sunday Times» non giocavano a fare i James Bond, ma come due 007 sotto copertura avevano incontrato il nigeriano Amos Adamu e il tahitiano Reynald Temarii, entrambi membri del Comitato esecutivo della Fifa e, in quanto tali, inseriti nella cerchia dei grandi elettori che il 2 dicembre 2010 dovevano scegliere la sede dei Mondiali del 2018 (candidati Inghilterra, Russia, Spagna-Portogallo e Olanda-Belgio) e del 2022
(Qatar, Australia, Usa, Giappone e Corea del Sud). Adamu e Temarii pensavano di parlare con emissari di uno dei Paesi in corsa per avere la Coppa del mondo, si erano dichiarati disponibili a promettere il proprio voto in cambio di denaro.
(...) In questo clima di sospetti, ventidue uomini per la prima volta decidono di assegnare in un colpo solo due edizioni dei Mondiali. Per il giro dell’alternanza tra continenti, il 2018 dovrebbe andare all’Europa (nel 2014 si è giocato in Brasile), il 2022 ad altri.
Comincia così una battaglia senza regole e dove tutto vale. L’etica e lo sport sono l’unico aspetto che non conta. I dossier a sostegno delle varie candidature sono tutti validi, forti. A fare la differenza saranno però le promesse di soldi, avanzate ai componenti del Comitato esecutivo.
Platini, presidente dell’Uefa e vice della Fifa, ha proposto, un mese prima del voto del 2 dicembre 2010, che a partire dal 2026 la sede del Mondiale venisse scelta da tutti, cioè dall’intero Congresso con i suoi 209 delegati.
Affidare la decisione ai ventidue uomini del Comitato esecutivo, in gran parte chiacchierati, secondo lui è un modo per chiudere la porta in faccia alla trasparenza. In più Blatter, al comando della Fifa dall’8 giugno 1998, ha l’idea di raddoppiare per la prima volta il numero delle edizioni del Mondiale da assegnare, arrivando fino al 2022.
(...) Il Comitato esecutivo vota e sceglie: Russia 2018 e Qatar 2022. L’Inghilterra ci resta male, gli Usa sono costretti a ingoiare la seconda pesante sconfitta dopo aver visto Chicago perdere contro Rio la corsa per le Olimpiadi 2016. Che la Russia avrebbe vinto, si era intuito già poco dopo l’inizio della riunione del Comitato esecutivo, alle 14. Il capo del Cremlino aveva già annunciato: «Sono pronto a partire se il Mondiale toccherà a noi».
Alle 21 era a Zurigo per proclamare: «Voglio ringraziare tutta la Fifa. La Russia ama il calcio e ci sono tutte le condizioni per organizzare un Mondiale magnifico». Gli inglesi non ci stanno. Sono convinti che il Comitato esecutivo Fifa abbia fatto loro pagare le denunce di corruzione arrivate dai media di Sua Maestà. Anni dopo si scoprirà che non avevano torto. Chi però sorprende davvero tutti è il Qatar.
(...) Entra in scena l’Fbi, arrivano i primi arresti il 27 maggio 2015, e la quinta rielezione di Blatter due giorni dopo. Le dimissioni dello stesso Blatter a stretto giro e la promessa di non ricandidarsi mai più. Il presidente della Fifa è politicamente morto, ma il primo che trascina giù è Michel Platini raccontando:
«Se vedete la mia faccia quando annuncio l’assegnazione dei Mondiali 2022 al Qatar si nota che non sono l’uomo più felice del mondo. C’era un patto segreto perché i due Mondiali 2018 e 2022 andassero a Russia e Usa, poi ci siamo trovati in una situazione in cui nessuno capiva perché la Coppa finiva al Qatar: è saltato tutto per l’interferenza di Sarkozy. Una settimana prima del Comitato esecutivo, Platini mi confessò di non essere più con me per un intervento di Sarkozy».
BLATTER PLATINI DALLA BACHECA DI MARADONA
(...) Che c’entrava l’allora premier francese Sarkozy con il Qatar? È vero quel che ha raccontato Blatter? E perché Platini avrebbe dovuto schierarsi contro gli Usa e i suoi potenti sponsor Visa, Coca-Cola, McDonald’s che garantivano fondi non solo alla Fifa ma pure all’Uefa? Il francese smentisce: «Sarkozy non mi ha mai chiesto di votare per il Qatar, anche se a lui interessava molto la questione. Sono andato alla sua cena e là ho trovato i rappresentanti del Qatar. È una scelta che rifarei».
DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN…
DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA…
LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE…
DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE…
DAGOREPORT: LA MELONI SOGNA LA PRESA DELLA MADUNINA – MANCANO DUE ANNI ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE…
FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI…