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Mattia Losi per "www.ilsole24ore.com"
Dopo anni in cui l’Europa League è stata colpevolmente snobbata dalle squadre italiane (cosa che ci è costata parecchio in termini di ranking Uefa) la notizia delle tre vittorie in una sera di Napoli, Fiorentina e Lazio è senza dubbio positiva. Molto positiva. Ma prima di innalzare peana e sventolare il tricolore in omaggio al ritrovato livello internazionale dei nostri club occorre fare una seria riflessione sul reale valore delle avversarie.
Partiamo dalla gara del Napoli, che ha vinto con autorevolezza con un secco 2-0 in casa del Legia Varsavia. Risultato positivo per la classifica del girone, che vede i partenopei in testa a punteggio pieno, e positivo anche per la fiducia della squadra che dopo un inizio di stagione preoccupante ha messo in fila quattro vittorie e un pareggio tra coppe e campionato, con un solo gol al passivo.
Ma il Legia Varsavia non può essere considerato un test probante: nella prima gara di Europa League è stato sconfitto dai danesi del Football Club Midtjylland, non proprio il Real Madrid, che in ogni caso si sono presi anche la soddisfazione di battere fuori casa (3-1) il Bruges. Che al San Paolo ne aveva presi cinque...
Insomma, come era ampiamente previsto il Napoli sembra essere davvero l’unica squadra di un certo livello tra le quattro inserite nel Gruppo D. Che travolga o almeno batta nettamente gli avversari è più un obbligo che un’impresa. La vera statura internazionale degli uomini di Sarri si vedrà soltanto più avanti, quando la fase a eliminazione diretta proporrà i primi incroci con avversari difficili.
Discorso analogo per la Fiorentina. Chiaro che un 4-0 in trasferta (altro poker dopo quello rifilato in campionato all’Inter) non può che rendere felici i tifosi viola. Ma il nome dell’avversario (alzi la mano chi mette i portoghesi del Belenenses nel Gotha del calcio europeo) deve far riflettere sulla reale portata dell’impresa. Di certo non è sufficiente per cancellare il peso della sconfitta interna (1-2) subita contro il Basilea nella giornata di avvio del girone.
Basilea che ieri sera ha vinto agevolmente contro il Lech Poznan (2-0) portandosi solitario in testa al Gruppo I. La vera sorpresa, almeno fino a questo punto, è che i viola non siano a punteggio pieno. Pur con questo spirito critico non posso fare a meno di registrare il ritorno al gol di Giuseppe Rossi, fermato da un lungo infortunio (l’ennesimo) e finalmente pronto per riprendersi un posto da cannoniere. Non segnava da maggio 2014: bentornato e in bocca al lupo.
Capitolo Lazio. Capitolo dolente, a essere sinceri. Non tanto per la vittoria all’Olimpico (3-2) contro il Saint Etienne, probabilmente la più forte (per così dire...) tra le avversarie delle italiane di ieri sera, ma per come è maturata la vittoria. Vantaggio dei francesi, rimonta dei padroni di casa anche grazie alla doppia espulsione di due uomini della squadra avversaria.
Il 2-1 arriva quando il Saint Etienne è in dieci, il 3-1 a uno quando è in nove. A questo punto una squadra “quadrata”, come si diceva una volta, avrebbe l’obbligo di mettere il risultato in cassaforte, o almeno di controllare il gioco portando a casa il risultato senza particolari patemi d’animo. Invece la Lazio si complica la vita e, in undici contro nove, finisce per subire il secondo gol e trascorre sei minuti da incubo con la paura di ripetere la beffa dell’1-1 incassato a tempo scaduto contro il Dnipro nella gara di esordio.
Per fortuna non accade e adesso i laziali sono appaiati in testa al Gruppo G, con quattro punti, proprio insieme al Dnipro. Come per Napoli e Fiorentina il passaggio del turno con l’accesso alla fase a eliminazione diretta non può e non deve essere messo in discussione.
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